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Unità-La scuola in corteo mentre la Moratti dà i numeri (sbagliati) della sua riforma

La scuola in corteo mentre la Moratti dà i numeri (sbagliati) della sua riforma di Chiara Martelli Un lungo corteo si accinge a coprire le strade della capitale per la manifestazione nazionale u...

17/01/2004
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l'Unità

La scuola in corteo mentre la Moratti dà i numeri (sbagliati) della sua riforma
di Chiara Martelli

Un lungo corteo si accinge a coprire le strade della capitale per la manifestazione nazionale unitaria in difesa della scuola pubblica e del tempo pieno nel primo ciclo di istruzione. Sono a migliaia le persone che arriveranno da tutta Italia. Genitori, insegnanti, studenti, comitati, libere associazioni, forze politiche e sindacali. Tutti insieme. Tutti per riaffermare, con determinazione, la centralità della scuola come luogo privilegiato della vita democratica di un Paese, una realtà inaccessibile agli stravolgimenti di una riforma autoritaria, ovvero la legge Moratti.

L'opera di disinformazione orchestrata nel corso di questi ultimi mesi dal ministro non è certo servita a evitare il dissenso civile. E dopo una settimana di mobilitazioni locali, tra sit-in, assemblee, occupazioni, passeggiate sulle strisce pedonali e blocchi stradali, ecco in massa tutti confluire nella Roma capitolina, oggi "avvolta" da un lungo striscione "Difendiamo il tempo pieno cancelliamo la riforma Moratti". In movimento c'è tutta la società civile: dai comitati spontanei dei genitori, partiti sia dal nord che dal sud, ai coordinamenti degli insegnanti, dalle associazioni professionali della scuola (Cidi, Fnism, Mce, ecc.) all'associazionismo civile (Arci, Libera ecc.) e studentesco (Uds), nonché l'attiva partecipazione delle organizzazioni sindacali con il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, Cgil scuola, Cisl scuola, Cobas e Cub.

Ma questo caos generato dalla legge 53 prossima all'applicazione per ciò che concerne la scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione - il cui decreto attuativo uscirà dalle aule del parlamento il 19 gennaio - e dalla circolare ministeriale emanata con un mese di ritardo e tacciata per illegittimità, ha trovato combattivi e solidali anche numerosi gruppi politici. A piazza Esedra, alle 14, infatti, si incontreranno i rappresentanti dei Ds, dei Verdi, della Margherita, di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, dello Sdi, dei giovani comunisti e dei giovani socialisti. Con il segretario dei Ds, Piero Fassino, saranno presenti inoltre le senatrici Maria Grazia Pagano e Vittoria Franco, nonché il candidato sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. E proprio quest'ultimo, nella convinzione della necessità di contrastare il progetto morattiano che traghetta la scuola verso una deriva incontrollabile, non risparmia critiche a questo governo per il quale "la scuola pubblica sembra essere diventata un sistema da smantellare progressivamente, svuotando gli istituti che meglio hanno funzionato dei loro contenuti qualitativi, gli stessi che stanno incontrando un crescente interesse nelle famiglie italiane". Quelle stesse famiglie alle quali il ministro è deciso ad andare incontro eliminando il tempo pieno dal piano orario settimanale, o meglio garantendolo in formato spezzatino (27+3+10). Ma i genitori dei più piccoli, in questi giorni alle prese con l'ingarbugliata matassa delle iscrizioni per il prossimo anno, non si sono lasciati incantare dalle mille promesse e dalle mille rassicurazioni sul tempo pieno gratuito e garantito - nel suo complesso di 40 ore - come comunicato via posta dai palazzi di viale Trastevere. Così in un tam tam di alcuni mesi di coordinamento telematico a cui ha fatto seguito la raccolta di firme (recapitate pochi giorni fa nei palazzi del potere) eccoli agguerriti nel centro di Roma con fischietti e bandiere a difendere i loro diritti, quelli di un modello di istruzione contemplato dal decreto legislativo 297/94 dove il tempo pieno è assicurato con una specifica didattica per 40 settimanali.

Dal consiglio dei ministri, invece, a poche ore dalla manifestazione nazionale la signora Letizia esterna il suo dispiacere per le strumentalizzazioni del suo decreto. Così facendo "si compromette inutilmente - dice Moratti - la serenità di tanti genitori e soprattutto di tante mamme che lavorano. Rispetto qualsiasi forma di libera espressione, ma quel che si dice in giro è falso: il tempo pieno e il tempo prolungato rimangono nella loro massima estensione, come verrà mantenuta la mensa con l'assistenza del personale docente e tutto sarà ovviamente gratuito". E perché non si dica più che il Governo Berlusconi abbia lesinato risorse per il mondo della scuola, il ministro snocciola i numeri a smentita. Negli ultimi due anni pare che le risorse destinate all'istruzione siano cresciute di quasi 2 miliardi di euro, il numero dei posti di insegnamento si sia incrementato solo nell'ultimo biennio di oltre 700 unità nella ex materna, e di 1.500 nella primaria grazie all'ingresso di bambini anticipatari. Ma non finisce qui. Altre 1.500 unità saranno assunte per garantire l'insegnamento della lingua straniera e 4.400 posti sono stati destinati al sostegno e, dulcis in fundo, gli insegnanti hanno avuto, con l'ultimo contratto, un aumento medio mensile di 147 euro. e vi pare poco!


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