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Unità-La scuola e l'Università tornano in piazza contro la Moratti

La scuola e l'Università tornano in piazza contro la Moratti da l'Unità on line: L'Università torna in piazza contro i disegni del ministro Letizia Moratti. Lunedì è stata la giornata delle ...

22/02/2005
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l'Unità

La scuola e l'Università tornano in piazza contro la Moratti
da l'Unità on line:

L'Università torna in piazza contro i disegni del ministro Letizia Moratti. Lunedì è stata la giornata delle occupazioni simboliche dei rettorati da parte dei ricercatori e dei precari da Napoli a Salerno, da Roma a Cagliari e Bologna e i ricercatori in molte facoltà continueranno a bloccare l'attività didattica anche nei prossimi giorni. E domani dovrebbe svolgersi un grande sit in, a Roma, davanti alla Camera dei deputati dove è in discussione la riforma della docenza. Non è ancora chiaro se la Questura di Roma però darà il permesso per la manifestazione, che si annuncia massiccia.

I sindacati hanno poi indetto uno sciopero generale -il 2 marzo dei docenti universitari e dei lettori di lingua straniera. Ad annunciarlo è Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil. "Il governo insiste nel presentare il suo disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari -afferma Panini- e tutte le associazioni della docenza e i sindacati rispondono duramente a questa sorda protervia con una calendario molto intenso di lotte".

L'Unicobas da parte sua ha indetto invece per lunedì 14 marzo lo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale a Roma, sempre contro un'altra branca della riforma voluta dal ministro della Pubblica isruzione Letizia Moratti.

Intanto vanno avanti le proteste contro l'abolizione della figura del ricercatore universitario. Slogan, striscioni, portati anche da studenti, dottorandi, borsisti. A Roma davanti al rettorato, una bara di cartone simboleggiava la morte di ricerca e università. "La ricerca non si precarizza" e L'Università non è un mercato"si leggeva sugli striscioni alzati da un gruppo di ricercatori. dell'università Politecnica delle Marche ad Ancona mentre ha cominciato a parlare il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, durante l'inaugurazione dell'anno accademico. Altri ricercatori hanno alzato dei volantini con la scritta "No al ddl Moratti" e "No alla 4735".

Quasi ovunque lettere sono state consegnate ai rettori indirizzate al presidente della Camera, ai capigruppo parlamentari e al ministro Moratti contro il decreto che sulla delicata materia dello status giuridico del docente universitario eliminerebbe qualsiasi possibilità di una seria discussione parlamentare.

Non tutti i rettori si sono però dimostrati ugualmente sensibili alle richieste dei precari. Così il rettore dell'università La Sapienza, Renato Guarini, si è infatti rifiutato di incontrare la delegazione dei rappresentanti della comunità accademica questa mattina. Al contrario di ciò che ha fatto il collega di Bologna Pier Ugo Calzolai. A Cagliari l'occupazione simbolica è sfociata in un presidio al quale si è fatto vedere anche il rettore dell'Università del capoluogo sardo, Pasquale Mistretta, il quale si è impegnato a portare le istanze dei professori e dei ricercatori sardi all' attenzione della prossima riunione dei rettori italiani.

"Da alcuni giorni -prosegue il leader del sindacato scuola della Cgil- sono in corso iniziative all'interno e all'esterno degli atenei e occupazioni simboliche dei rettorati e la mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni ". Il sindacato chiede il ritiro del ddl, considerato "inaccettabile". "Siamo contrari -ricorda Panini- a un provvedimento che colloca ad esaurimento del ruolo i ricercatori,non riconosce loro la funzione di professore effettivamente svolta, aumenta la già enorme precarizzazione, annulla ogni differenza tra tempo pieno e tempo definito e, infine, nulla innova rispetto a una stagione segnata da tagli nelle risorse destinate all'università".

Nell'elaborazione di questo disegno di legge la Moratti non ha, ostentatamente, tenuto conto di nessuna delle componenti universitarie dice il deputato dei Verdi, Mauro Bulgarelli- e ovviamente di nessun rilievo mosso dall'opposizione. Mi auguro - conclude il deputato dei Verdi - che i danni che rischiano di essere inflitti al Paese se questo testo sarà approvato acriticamente da una maggioranza cieca e sorda nei confronti del mondo dell'università e della ricerca, non siano del tutto irrimediabili".

I cobas dal canto loro chiedono con lo sciopero del 14 - oltre al ritiro dei decreti attuativi e l'abrogazione della legge 53, la salvaguardia degli organici in tutti gli ordini di scuola; l'immissione in ruolo del personale docente ed Ata per coprire tutti i posti disponibili dal prossimo anno scolastico; la risoluzione del problema del personale inidoneo (art. 35 finanziaria 2003) tramite la costituzione di un organico aggiuntivo di scuola-istituto; il rinnovo del contratto scaduto dal 31 dicembre 2003.


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