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Unità-La giusta battaglia per il contratto

La giusta battaglia per il contratto Il governo nega il rinnovo agli statali. Confindustria rifiuta le proposte dei metalmeccanici Giampiero Rossi MILANO Il governo parla ai dipendent...

17/03/2005
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l'Unità

La giusta battaglia per il contratto

Il governo nega il rinnovo agli statali. Confindustria rifiuta le proposte dei metalmeccanici

Giampiero Rossi

MILANO Il governo parla ai dipendenti pubblici perché i metalmeccanici intendano. E Confindustria fa lo stesso, a parti inverse: bolla come "fuori della realtà" le richieste sindacali per l'adeguamento dei salari, ma al tempo stesso fa sapere di gradire un contratto al risparmio per il pubblico impiego.
La stagione di due tra i più importanti rinnovi contrattuali, insomma, sembra segnata da un sostanziale ricompattamento del fronte governo-industriali, nonostante il netto smarcamento della Confindustria di Luca Cordero di Montezemolo dalla linea tutta berlusconiana del suo predecessore Antonio D'Amato. Risultato: per il momento due scioperi in arrivo (uno da parte dei pubblici dipendenti e uno dei lavoratori delle industrie meccaniche) e, se il braccio di ferro si farà più duro, "l'apertura di un conflitto sociale di una qualche rilevanza", come sottolinea il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini.
Parallelismi e simultaneità delle dichiarazioni di questi giorni sembrano in effetti dimostrare che la partita sul doppio tavolo contrattuale venga considerata alla stregua di un unico passaggio politico ed economico da parte dei grandi datori di lavoro, pubblico e privati. Nell'arco di 24 ore due vicepresidenti di Confindustria - Andrea Pininfarina e Alberto Bombassei - scelgono di uscire allo scoperto con dichiarazioni gemelle ma rivolte ai due diversi contratti in discussione: il primo definendo "irricevibili" ed "evidentemente sopra alla realtà" le richieste dei sindacati dei metalmeccanici, il secondo - ieri - bollando come "totalmente al di fuori delle regole" quelle dei dipendenti pubblici, che invece dovrebbero, a suo giudizio, mettersi una mano sulla coscienza e tenere conto che "il settore privato sta rinnovando i contratti di lavoro tenendo conto dei vincoli imposti da una difficilissima fase della competizione internazionale" e che "lo stesso deve valere per il settore pubblico". Chiaro, no? Stringere le cinture, pubbliche e private.
Dal versante governativo, intanto, arrivano le parole prudenti del ministro per le politiche agricole, Gianni Alemanno, che prova addirittura a essere rassicurante spiegando che "gli indici inflativi, per quanto bassi, devono trovare riscontro nel contratto", fingendo così che il potere d'acquisto dei lavoratori non abbia subito quel depauperamento di cui milioni di italiani si lamentano. Mentre si ispira più apertamente alle osservazioni di Confindustria il "consigliere economico" di Palazzo Chigi, Renato Brunetta quando dice "noi siamo realisti e invitiamo tutti a esserlo" a proposito delle richieste dei sindacati del pubblico impiego, che a suo giudizio sarebbero superiori agli aumenti contrattuali sin qui ottenuti dalla categorie del settore privato e contenuti tra 90 e 95 euro. In realtà, però, gli ultimi rinnovi hanno portato nelle buste paga dei aumenti medi che vanno dagli 82 euro dei lavoratori del legno ai 145 dei bancari, dagli 87 dei tessili ai 125 del commercio, complessivamente ben al di sopra delle fantasmatiche medie evocate da Brunetta. Per non parlare delle autentiche manipolazioni di dati, che trasformano il parametro di aumento richiesto da 130 (cifra analoga a quella proposta dai sindacati metalmeccanici) a 160 euro, se non oltre.
Una stagione contrattuale destinata a sfociare in uno scontro sociale? È quello che teme il leader della Fiom Cgil, Gianni Rinaldini: "Mi sembra che fuori dalla realtà siano quelli come Pininfarina - osserva - lavorare in un'acciaieria o un una linea di montaggio per 1.050 ero mensili al terzo livello dovrebbe essere fuori dalla realtà e invece, purtroppo, è una realtà inaccettabile. Se l'approccio delle aziende è questo - aggiunge Rinaldini - è evidente che scelgono di aprire un conflitto sociale di qualche rilevanza, non soltanto con i metalmeccanici ma con l'insieme dei lavoratori". Anche il segretario generale delle tute blu della Cgil è convinto che esista un forte collegamento tra le due vertenze contrattuali: "Confindustria sta facendo un pesantissimo fuoco di sbarramento preventivo - spiega - e in questo modo evidentemente intende parlare anche al governo per quanto riguarda la trattativa per il contratto del pubblico impiego".


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