Unità-La devolution passa alla Camera. Sanità, scuola e sicurezza in mano alle regioni
La devolution passa alla Camera. Sanità, scuola e sicurezza in mano alle regioni di red Sì della Camera alla devoluzione dei poteri dello Stato alle Regioni, ovvero la riforma dell'articolo 3...
La devolution passa alla Camera. Sanità, scuola e sicurezza in mano alle regioni
di red
Sì della Camera alla devoluzione dei poteri dello Stato alle Regioni, ovvero la riforma dell'articolo 34 della Costituzione, meglio nota, nella vulgata leghista, come devolution.
È uno dei punti più controversi e inquietanti della pasticciata riforma costituzionale che il Parlamento sta affrontando a colpi di maggioranza, un pezzetto al giorno. Il nuovo articolo della Costituzione riordina le materie di competenza legislativa dello Stato, quelle di competenza concorrente e quelle ad esclusiva competenza regionale. Le materie concorrenti (sulle quali le regioni fanno leggi nel quadro dei principi generali fissati dallo Stato) si allargano all'ordinamento delle comunicazioni di interesse regionali e degli istituti di credito a interesse regionale, delle attività sportive con relativi impianti e della produzione e distribuzione di energia, delle reti di trasporto (in questi ultimi casi la differenza con le materie esclusive dello Stato è nel termine "grandi").
Di esclusiva competenza regionale diventano: assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche; definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione; polizia amministrativa regionale e locale. e, per finire, come prevede anche l'attuale costituzione, ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello stato.
Insomma, è una versione blanda del federalismo leghista. Ma neanche tanto. Sanità, scuola e sicurezza passano nelle mani delle regioni. Gioisce nella sua clinica Bossi e chiama subito il ministro Roberto Calderoli per congratularsi. Alleanza Nazionale e l'Udc, dopo aver diligentemente, votato preferiscono tacere.
"La devolution fortunatamente non è in dirittura d' arrivo ma è solo sulla rampa di partenza. Le procedure per le riforme costituzionali sono lunghe e complesse", ricorda il presidente dei Ds Massimo D'Alema. Anche perché "non ho il minimo dubbio che se dovesse essere approvato questo provvedimento che è all' esame oggi del Parlamento sarebbe un disastro per il Paese, per le istituzioni. Non soltanto perché contiene norme che possono disarticolare l' unità del Paese, ma perchè proprio è un pasticcio, come ha detto Giovanni Sartori, è un papocchio, un meccanismo istituzionale che non funzionerebbe e creerebbe serie difficoltà alla nostra democrazia".
D'accordo tutta l'opposizione. "Una riforma della Costituzione viene oggi imposta senza consenso popolare, con l'ostilità dei costituzionalisti, dei sindacati e degli imprenditori - commenta Ugo Intini, capogruppo dello Sdi alla Camera - Il referendum che speriamo la cancellerà sarà un referendum contro un federalismo tre volte moltiplicatore: moltiplicatore di spese, moltiplicatore di conflitti di competenza, moltiplicatore di freni a decidere"