Unità: La Cgil avvia la «verifica» col centrosinistra
Oggi la direzione per valutare contratti, pensioni e il difficile confronto con l’esecutivo
/ Roma
VERIFICHE La fase è di turbolenza, il rapporto tra sindacati e governo non è idilliaco e non solo per gli sta-
tali. C’è il nodo delle pensioni, quello della redistribuzione del reddito, la concertazione inceppata. Se ne discute oggi in Cgil e quanto accaduto stanotte sul pubblico impiego farà da ago della bilancia. La segreteria confederale ieri ha deciso di riunire la «direzione», una delegazione composta dai segretari regionali e delle categorie, oltre che dai confederali che da gennaio ha il compito di valutare tappa per tappa l’andamento dei tavoli di concertazione. Non è la prima volta che si riunisce ma l’appuntamento di oggi ha un peso diverso.
Si tratta di valutare l’opportunità della linea tenuta finora che non ha concesso molto alla mediazione ma neanche ha cercato lo scontro a ogni soffio di vento. Ma anche decidere il che fare per il futuro prossimo, visto che la scadenza del Dpef non è remota e tutti i tavoli sono in alto mare. In più ci sono categorie in fermento. I pensionati hanno annunciato una giornata di mobilitazione per il 12 giugno se non ci sarà un aumento delle pensioni, a partire da quelle minime. Domani le segreterie dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm si riuniscono per decidere iniziative nazionali di lotta contro la riforma delle pensioni (innalzamento dell’età e taglio die coefficienti di trasformazione). Per non parlare dell’insofferenza di chi da mesi è senza contratto. Un file a parte riguarda la tenuta unitaria di Cgil, Cisl e Uil che negli ultimi giorni hanno riscoperto la «dialettica» sulla riforma del modello contrattuale.
Da settimane Guglielmo Epifani va mettendo in guardia il governo, non tiri troppo la corda altrimenti rischia, lo scontro sarà inevitabile, «c’è troppo malessere sociale» dice, e pone tra le emergenze «la questione dei salari e delle pensioni troppo basse». Non è d’accordo con il leader Beniamino Lapadula, esponente dell’ala riformista di Corso d’Italia e responsabile del dipartimento economico. «Non mi piace che Guglielmo Epifani voglia rinviare la discussione su produttività e merito degli statali a quando la partita sarà chiusa», ha dichiarato in un’intervista a La Stampa. La critica viene estesa alla posizione presa sulle pensioni, essendo Lapadula favorevole alla revisione dei coefficienti, e al «disincanto» che Epifani avrebbe tenuto vero il nascente Partito democratico. Insomma «credo che giovi alla leadership della Cgil una sfida riformista», conclude l’economista. Si vedrà prossimamente se la sua non è una posizione isolata. Ieri tuttavia le sue parole non sono state colte come l’occasione per uno smarcamento da Epifani dai riformisti della segreteria confederale. Nella riunione si è parlato molto di statali e la linea è stata univoca: senza contratto si va allo scontro.
fe.m.