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Unità: L’Università chiude le porte al negazionista. Lui si rifugia in un hotel

Tensione a Teramo per l’arrivo di Faurisson. Il rettore vieta le aule. Moffa organizza la lezione in albergo

18/05/2007
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l'Unità

di Massimo Franchi

IN UN CLIMA di grande tensione, Teramo si prepara all’arrivo di Robert Faurisson, il francese capofila del
negazionismo internazionale. Nonostante gli appelli reiterati il professor Claudio Moffa non desiste dal suo intento: portare in cattedra Faurisson. Ieri il rettore dell’ateneo abruzzese Mauro Mattioli ha deciso che, pur di non permettere la lezione, le porte dell’intero campus resteranno chiuse tutto il giorno. Ma Moffa ha subito annunciato che Faurisson parlerà comunque alle 15 all’hotel Abruzzi di Teramo. Una conferenza che richiamerà nella città abruzzese schiere di neofascisti e politici in cerca di notorietà richiamati da Moffa in nome di una libertà di opinione e di insegnamento irrispettosa degli appelli dei sopravvissuti ai campi di concentramento (alcuni di loro dovrebbero essere a Teramo per manifestare il loro sdegno), di quello del centro Wiesenthal di Parigi e delle firme di 500 esponenti della cultura italiana. Della comunità ebraica romana, che oggi - in gran parte - si sposterà a Teramo, per testimoniare la verità. Chiedevano di non dare parola a chi sostiene che le camere a gas non hanno sterminato gli ebrei, che la Shoah è un’invenzione di una lobby giudaica che è servita solo a far nascere lo stato di Israele, autore da quel momento di ogni nefandezza.
Se almeno lo scempio di una lezione universitaria tenuta da un personaggio come Faurisson è stato sventato lo si deve alla decisione del rettore di Teramo. «Una determinazione - ha spiegato il professor Mauro Mattioli - alla quale non sarei mai voluto arrivare, ma che si impone dopo il rifiuto del professor Claudio Moffa di attenersi alla diffida con la quale gli ho ingiunto di non fare tenere in Ateneo alcuna lezione a Faurisson. Il provvedimento quindi - ha concluso Mattioli - è stato l’unica soluzione per prevenire situazioni a rischio per i nostri studenti e per l’intero personale, ma anche per evitare che l’attività didattica in programma per domani potesse svolgersi in assenza della necessaria serenità». Già martedì sera il Collegio di presidenza della Facoltà di scienze politiche aveva detto “no” alla conferenza del negazionista perché «le sue competenze scientifiche sono del tutto inadeguate e non meritevoli di alcuna legittimazione accademica».
Al rettore è giunta la solidarietà del ministro dell’Università Fabio Mussi. «Invitare in un ateneo italiano un esponente del negazionismo rappresenta solo una mediocre provocazione politica. Una provocazione che oltre a offendere la memoria delle vittime dei campi di concentramento e il sentimento democratico del nostro Paese contraddice pesantemente la funzione e gli obiettivi del nostro sistema di formazione superiore».


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