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Unità-L'ultimo trucco del governo:-spostare i contratti dopo il voto

Damiano (Ds): nella Finanziaria non è previsto nulla per i rinnovi del settore pubblico relativi al 2006 e 2007 Sono più di sei milioni i lavoratori italiani, tra settore pubblico e privato, ...

15/11/2005
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l'Unità

Damiano (Ds): nella Finanziaria non è previsto nulla
per i rinnovi del settore pubblico relativi al 2006 e 2007

Sono più di sei milioni i lavoratori
italiani, tra settore pubblico
e privato, che hanno il contratto
scaduto o in scadenza.
E la colpa non è della recessione,
ma di una "precisa volontà
politica" del governo del
centrodestra. Che ha un dannato
bisogno di far slittare i rinnovi
contrattuali per tentare un disperato
salvataggio, almeno di facciata
dei conti pubblici. Insomma, tagliare
fuori i lavoratori e la loro
domanda di adeguamento del potere
d'acquisto delle buste paga
per rattoppare la legge finanziaria.
Il dipartimento Lavoro e professioni
dei Ds ha lavorato sui dati relativi
alle partite contrattuali aperte
e ha potuto così ricostruire il numero
esatto dei lavoratori esposti
al gioco dello scaricabarile dal governo
che punta a far pesare sulla
prossima legge finanziaria (che rischia
seriamente di osservare dai
banchi dell'opposizione) il costo
di circa 6 milioni e 300 mila salari
in attesa di legittimo rinnovo. Il
conto è semplice: 3 milioni e 200
mila lavoratori del settore pubblico
con un accordo firmato in maggio
che non è mai stato coperto finanziariamente
dal Berlusconi,
Tremonti e soci; 2 milioni e 600
mila dipendenti del settore privato
(unmilione e 600 mila dei quali
sono metalmeccanici) con contratto
o biennio economico scaduto;
un altro circa mezzo milione di
pubblici dipendenti (polizia, forze
armate, prefetture e ambasciate)
in attesa di vedersi erogare la
quota mancante dell'adeguamento
degli stipendi all'inflazione.
Che intanto non aspetta. "Anche
perché il tasso di inflazione programmata
è ben inferiore a quello
reale sottolinea Cesare Damiano,
responsabile delle politiche per il
lavoro della segreteria dei Ds -
perché i prezzi al consumo crescono
a velocità quasi doppia di quella
rilevata dagli indici Istat, basti
pensare alla casa, agli alimentari,
luce e gas, e infine perché il governo
muove il fisco a vantaggio dei
ceti più avvantaggiati e nega a
quelli più deboli anche la restituzione
del drenaggio fiscale. E come
se non bastasse, la tassazione
sul Tfr è salita dal 18 al 23 per cento
".
Unquadro davvero preoccupante.
Il cui movente politico è evidente,
secondo Damiano e i Ds: "Per la
prima volta in 12 anni nella finanziaria
non è previsto nulla per il
rinnovo dei contratti di lavoro del
settore pubblico relativi al 2006 e
2007. Il governo punta a escludere
queste partite di bilancio per far
quadrare adesso i suoi improbabili
conti e scaricarne i costi sulla finanziaria
successiva, che probabilmente
non dovrà gestire questo
centrodestra. Oppure, aggiunge il
dirigente della Quercia - potrebbe
inventare qualche nuovo colpo di
"finanza creativa" sotto le elezioni
nel disperato tentativo di recuperare
voti". E i lavoratori? "Restano
invisibili - sottolinea Cesare
Damiano - ignorati dalla politica,
dalla società e dai media".
Per il governo Berlusconi si tratta
di tentare anche un ultimo gioco
di sponda con Confindustria, che
nonostante le severe critiche a tante
scelte di politica economica,
non ha mai smesso di cercare collaborazione
sulla linea della
"compressione salariale". E poi,
come ricorda Damiano, "è evidente
che il mancato rispetto delle
scadenze contrattuali da parte dello
Stato fornisce un ottimo alibi
per un analogo comportamento
da parte del settore privato. Soprattutto
nel momento in cui vengono
anche attaccati pesantemente
la concertazione e i diritti sindacali
".
Un allarme contratti, insomma,
che lascia presagire anche una pesante
eredità per il governo che
verrà.


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