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Unità: L’ultimo regalo Moratti: niente soldi per la maturità

«Spariti» 45 dei 90 milioni per i compensi agli insegnanti impegnati negli esami di Stato a giugno

27/05/2006
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l'Unità

I sindacati: pronti ai ricorsi, fino al pignoramento delle scuole. Fioroni: noi investiremo

di Edoardo Novella/ Roma

TRA LE MACERIE dello tsunami Moratti che si è abbattuto per 5 anni sulla scuola italiana si è scoperto anche un altro «regalo»: un ultimo «buco» - 45 milioni di euro - che rischia di mandare all’aria gli esami di maturità in programma tra poche settimane. L’ex

ministro infatti, dei 90 milioni di spesa necessari per le prove, ne ha finanziati solo la metà. Così i 140 mila insegnanti della scuola superiore e 10 mila presidenti di commissione impegnati nei prossimi esami di Stato rischiano di dovere ricorrere al giudice per ottenere i circa 560 euro lordi previsti come compenso per l’esame di giugno.

E mentre la Moratti se l’è squagliata per rincorrere la sua «Milano bella da vivere», l’emergenza maturità si somma ad una situazione di suo già disastrosa: «Si sono “dimenticati” - ha spiegato ieri il neoministro Giuseppe Fioroni - anche di prevedere 436 milioni per l’adeguamento di quello che il personale ha già avuto. La scuola non è una spesa corrente, bisogna investire nell’istruzione, in un momento di crisi necessita fare un cambiamento. Altrimenti si finisce come negli ultimi anni, quando i servizi minimi per l’autonomia scolastica ha raggiunto tagli del 30-35%. La scuola è stata sottoposta ad una cura di dimagrimento eccezionale». Con una precisazione, però: il «dimagrimento» ha riguardato solo l’istruzione pubblica, mentre la privata ha visto scientificamente aumentare i propri introiti.

Il centrosinistra - Prodi lo ha confermato ieri - vuole rivedere la legge Moratti, attraverso quella che il premier ha chiamato «rimodulazione dei tempi di attuazione del secondo ciclo della riforma». Intanto però bisogna fare i conti con l’eredità vicinissima di numeri. Anche i sindacati sono in allarme. «Peggio, le cifre sono ancora più preoccupanti - accusa Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil - . Secondo dati forniti dalla stessa Moratti, il taglio sui servizi ha punte che arrivano anche all’80%. Significa che nelle scuole non ci sono soldi per la carta e la cancelleria, per pagare i fornitori, per i compensi in genere». In molte province (Roma, Ancona e altre) sono pure finiti i soldi per i supplenti che sostituiscono gli insegnanti assenti per malattia.

Il caos per la maturità è l’ultima goccia: «Era una spesa prevista e prevedibile. E scientemente - insiste Panini - hanno omesso le risorse aggravando una situazione che era già esplosa l’anno scorso». Centinaia di insegnanti infatti sono ancora in attesa di percepire le somme della tornata di esami del 2005. Parecchie scuole hanno pagato con fondi propri, ma chi è in difficoltà col bilancio non ha ancora liquidato i prof.

«C’è anche un’altra “chicca” - aggiunge Panini - : non avevano messo i soldi per pagare i membri delle commissioni delle scuole paritarie. Risultato: l’esborso se lo sono accollato le scuole pubbliche».

Intanto però come risolvere l’emergenza maturità? «La legge prevede le retribuzioni per gli insegnanti per l’impegno prodotto in occasione degli esami di maturità - spiega Massimo Di Menna, confermato ieri segretario generale della Uil scuola - . Ecco perchè il ministro Fioroni deve immediatamente intervenire per fare in modo che queste risorse vengano assegnate alle scuole». Lo strumento che il governo potrebbe attuare - dicono i sindacati - è quello di una nuova legge di copertura, da varare al massimo entro agosto. Intanto le categorie si stanno già muovendo autonomamente: hanno attivato diverse procedure legali, comprese le ingiunzioni di pagamento che potrebbero concludersi con pignoramento dei beni della scuola, per far pagare il dovuto ai professori.


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