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Unità-L'opposizione: "Pronti all' ostruzionismo su tutto

27.07.2004 L'opposizione: "Pronti all' ostruzionismo su tutto" di Luana Benini L'opposizione dice no e si appresta ad impugnare i regolamenti parlamentari. Tutti quelli di cui dispone. Dice bast...

27/07/2004
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l'Unità

27.07.2004
L'opposizione: "Pronti all' ostruzionismo su tutto"
di Luana Benini

L'opposizione dice no e si appresta ad impugnare i regolamenti parlamentari. Tutti quelli di cui dispone. Dice basta ad un Parlamento ridotto alla stregua di un passacarte. Rivendica il suo ruolo.
È stata una mossa corale forte quella di ieri, al termine dell'incontro con il presidente della Camera Pierferdinando Casini. Se la discussione sulle riforme istituzionali non sarà rinviata a settembre, centrosinistra e Rifondazione comunista sono pronti a fare ostruzionismo in aula su tutti i provvedimenti in aula. Ostruzionismo ad oltranza. Per tutto luglio e oltre.

È questo l'avvertimento che i presidenti dei gruppi parlamentari hanno lanciato ufficialmente ieri sera. Una minaccia che cade nel giorno in cui il governo viene battuto tre volte alla Camera per il voto dei leghisti. L'ennesimo segnale delle crepe profonde che attraversano la maggioranza.
Dopo l'abbandono dei lavori in commissione, lunedì pomeriggio, l'opposizione aveva scritto una lettera a Casini nella quale chiedeva la convocazione di una capigruppo per redigere un nuovo calendario dei lavori di aula nell'ultimo scampolo prima delle ferie.

In sostanza: togliere dal calendario di questa settimana la discussione generale sul testo del federalismo e rinviarla alla ripresa autunnale. Un testo "finto" quello sul federalismo. Così lo ritengono le opposizioni. Un testo licenziato in fretta e furia in commissione dopo che l'Udc ha ritirato i suoi emendamenti e che la Cdl si appresta a modificare durante il mese di agosto in un tavolo extraparlamentare. La cosiddetta "Lorenzagodue" che dovrebbe tenersi a Lampedusa. Da una parte, la farsa di un Parlamento assoggettato ai veti incrociati dei partiti della maggioranza, dall'altra lo svuotamento delle garanzie costituzionali e la forzatura delle procedure parlamentari.
Martedì sera alle 18 Casini ha dunque ricevuto i capigruppo dell'opposizione che hanno reiterato le loro richieste. Il presidente della Camera ne ha preso atto e si è riservato, secondo quanto ha riferito il presidente dei deputati ds, Luciano Violante, "di riferire nei termini e nei tempi che giudicherà opportuno al governo". È chiaro che questa per Casini è una patata bollente. Perché sul federalismo le scale sono di vetro. Fragile l'equilibrio del premier sulla corda tesa fra gli alleati. Con la Lega che ritiene l'incardinamento in aula, venerdì, del testo di riforma costituzionale, una precisa condizione per votare il provvedimento sulle pensioni sul quale è stata posta la fiducia.

"A Casini - ha spiegato Violante - abbiamo rappresentato la nostra esigenza di non discutere adesso le riforme, visto che non sappiamo ancora quale sarà il testo che uscirà dal tavolo tecnico-politico della maggioranza in agosto". Qualora la richiesta non venisse accolta l'opposizione è pronta a fare ostruzionismo su tutti i provvedimenti in discussione in aula. Ad esempio, "intendiamo avvalerci di tutte le nostre prerogative per quanto riguarda il Dpef". Il regolamento della Camera, infatti, "prevede un tempo di trenta giorni per l'esame del documento di programmazione economico-finanziaria" e secondo la prassi "la media è di 10-15 giorni". Non solo. "Intendiamo discutere i due decreti legge", Alitalia ed etichette agro-alimentari, approfondire i provvedimenti sulla leva e sull'energia, e "avvalerci dei nostri diritti in ordine alle interpellanze urgenti di giovedì". Si sa che sui decreti legge non si possono contingentare i tempi e se tutti i deputati si mettono a parlare si può andare avanti per giorni e settimane. Se il calendario non verrà modificato, già oggi si potrà misurare l'ostruzionismo promesso. Banco di prova, la riforma delle pensioni. "Parleremo a lungo sulla fiducia - promette Violante - sugli ordini del giorno e sul voto finale. Non credo che finiremo presto". In ogni caso centrosinistra e Rifondazione chiedono tempo congruo per discutere il Dpef, almeno una decina di giorni.

Forte la pressione dell'opposizione che si insinua nel difficile gioco di incastri del centrodestra. "Una destra divisa e avventurista - commenta il coordinatore della segreteria Ds Vannino Chiti - scarica le sue divisioni sui cittadini e sul Parlamento". E "lo stesso presidente della Camera non può venire meno alle sue responsabilità di garante del ruolo dell'assemblea per assumere una funzione di fatto notarile degli accordi realizzati nel governo". La scorsa settimana "la fiducia sul decreto che aumenta le tasse agli italiani e mette sul lastrico i Comuni", all'orizzonte un Dpef che il Parlamento dovrebbe assumere senza ascoltare le parti sociali, le regioni e gli enti locali. Infine le riforme costituzionali che dovrebbero essere discusse di corsa per compiacere la Lega, "una farsa per puntellare una maggioranza che vive di ricatti reciproci". L'opposizione ha battuto un colpo.


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