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Unità-L'Onu: ogni ora muoiono 1200 bambini. E i paesi ricchi non fanno niente

L'Onu: ogni ora muoiono 1200 bambini. E i paesi ricchi non fanno niente di red Ogni ora muoiono 1.200 bambini a causa della povertà. Le 500 persone più ricche hanno un reddito totale superior...

09/09/2005
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l'Unità

L'Onu: ogni ora muoiono 1200 bambini. E i paesi ricchi non fanno niente
di red

Ogni ora muoiono 1.200 bambini a causa della povertà. Le 500 persone più ricche hanno un reddito totale superiore a quello dei 416 milioni più poveri. E ancora. Alcuni paesi più ricchi, tra cui l'Italia, sono tra i donatori meno generosi di aiuti internazionali. Come ogni anno, il Rapporto dell'Onu sullo sviluppo umano snocciola dati scandalosi sulle vittime della miseria, sulle disuguaglianze, sui paradossi che caratterizzano il nostro pianeta.

Quest'anno ammonisce: "Il mondo è incamminato verso una prevedibile catastrofe in termini di sviluppo umano" e il mancato rispetto della solenne promessa di lottare contro la povertà fatta dall'Onu nel 2000 si tradurrà in un gran numero di morti inutili. Con l'andamento attuale, nel 2015 ci saranno ancora 827 milioni di persone in stato di povertà estrema.

L'edizione 2005 del rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) giunge in un momento particolare: sono trascorsi cinque anni dalla famosa e famigerata Dichiarazione adottata dall'Onu sugli Obiettivi di sviluppo del Millenniò (Mdg) . E mancano dieci anni alla scadenza del 2015 fissata per il raggiungimento di questi ambiziosi traguardi. Tra questi, dimezzare la povertà e ridurre di due terzi la mortalità infantile. Obiettivi ancora troppo lontani. Se infatti è vero che dal 1990 oltre 130 milioni di persone sono uscite dalla povertà estrema, in 18 Paesi la situazione è peggiorata e 10 milioni di bambini muoiono ogni anno per cause evitabili. "Se continuiamo come se nulla fosse, la promessa non verrà mantenuta", ha affermato l'amministratore Undp Kemal Dervic. Eppure - sostiene l'Undp - gli Mdg sono raggiungibili con investimenti in tre aree vitali: aiuti, commercio e sicurezza.

Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda gli aiuti internazionali sono essenziali ma occorre riformare il sistema: per essere efficaci devono essere sufficienti, preventivabili e gestiti dai paesi riceventi, afferma il rapporto, che denuncia negli aiuti vincolati uno dei "peggiori abusi" dell'assistenza. Il costo stimato degli aiuti vincolati (legati all'acquisto di beni e servizi dai Paesi donatori) è tra i 5 e i 7 miliardi di dollari l'anno.

La somma di tutti gli aiuti ufficiali del 2003 è aumentata a 72 miliardi di dollari e l'Undp si rallegra dell'annuncio del G8 di aumentare gli aiuti di 50 miliardi di dollari. Ma non basta. Oggi i paesi ricchi spendono lo 0,25% del Pil per gli aiuti ed il G8 include tre Paesi - Italia (0,17%),Usa (0,15%) e Giappone (0,20%) - che spendono per gli aiuti la quota minore del Pil. Il rapporto fa quindi un elenco di proposte. La prima prevede di fissare un calendario per arrivare ad aiuti da parte dei Paesi ricchi pari allo 0,7% del Pil entro il 2015, allo 0,5% già nel 2010. Gli aiuti vincolati devono inoltre essere aboliti.

Al pari degli aiuti, gli scambi commerciali possono avere un importante effetto catalizzatore per lo sviluppo, ma finora i negoziati dell'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) nell'ambito del Doha Round (il ciclo negoziale avviato nel 2001) non hanno portato a risultati apprezzabili. Il rapporto in primis condanna quella che chiama una "tassazione iniqua", con i Paesi più poveri del mondo penalizzati dalle tariffe più alte nei Paesi ricchi, e l'influenza che i sussidi agricoli e il protezionismo dei Paesi industrializzati hanno sui Paesi poveri. "I Paesi donatori spendono poco più di un miliardo di dollari all'anno per aiutare l'agricoltura dei Paesi in via di sviluppo e poco meno di un miliardo di dollari al giorno in sussidi all'agricoltura nazionale", afferma l'Undp.

Allo stesso tempo, Ue e Usa stanno ristrutturando i loro programmi di assistenza per limitare l'efficacia dei regolamenti Wto. Nei negoziati sui servizi, i Paesi ricchi vogliono creare opportunità di investimento per le aziende bancarie e assicurative, limitando però le possibilità per i paesi poveri di esportare nel settore del trasferimento temporaneo di manodopera. "Un piccolo aumento di flussi di manodopera qualificata e non qualificata potrebbe generare annualmente oltre 150 miliardi di dollari, molto di più di quanto non possa fare la liberalizzazione in altri campi", afferma l'Undp.

Per gli autori del rapporto, anche i conflitti armati costituiscono un ostacolo maggiore alla lotta alla miseria. Il costo dei conflitti e della violenza in termini di mancato sviluppo è enorme. Inoltre, lo sviluppo dei paesi poveri è la linea di fronte nella battaglia per la pace globale e la sicurezza collettiva, afferma il rapporto.

Di fronte a tutto questo un interrogativo: il 2005, con il Vertice dell'Onu la settimana prossima a New York sarà l'occasione per cambiare rotta? Intanto il movimento pacifista si mobilita: a Perugia è iniziata la 6a assemblea dell'Onu dei Popoli (a cui in giornata parteciperà anche Prodi) e ci si prepara alla marcia Perugia-Assisi dell'11 settembre al motto "Basta povertà, riprendiamoci l'Onu".


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