Unità: L’Ocse boccia la scuola italiana: «Costi elevati e istruzione scadente»
Anche all’interno del Paese la situazione varia da regione a regione. Il Nord Est resta agganciato alle migliori performance europee, il sud e le isole contano risultati assai inferiori rispetto alla media.
GI. V.
Costi elevati e risultati scadenti. L’Indagine Internazionale sull’Insegnamento e l’Apprendimento (Teaching And Learning International Survey, in acronimo «Talis») promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) su un campione di 24 Paesi ( e presentata ieri dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non ammette repliche.
IL PROBLEMA DEGLI ADOLESCENTI
I 15enni italiani risultano tra i peggiori nei test internazionali (24esimi per capacità di lettura e 26esimi per la matematica sui 30 maggiori paesi industrializzati), sebbene la spesa per studente sia relativamente alta. In tempi di ristrettezze di bilancio, il governo italiano fa quindi bene a volere che i suoi soldi siano spesi al meglio, osserva l’Ocse. Tuttavia, avverte, «è improbabile che severe misure di taglio dei costi, a meno che non siano accompagnate da cambiamenti complessivi nell’organizzazione delle scuole e nel loro funzionamento, possano evitare un peggioramento della performance». Gli esperti dell’organizzazione calcolano che ci sia una differenza di 2 anni e mezzo in termini di performance scolastica tra le regioni che vanno meglio e quelle con la performance peggiore.
LA RICETTA OCSE
Tra le raccomandazioni dell’organizzazione per la riforma, vi è l’aumento del numero medio di studenti per classe ma non nelle scuole che hanno risultati scadenti, una maggiore autonomia di istituti e dirigenti scolastici, ma anche una più stringente rendicontazione, la valutazione periodica della performance dei professori, ma al tempo stesso il rafforzamento delle qualifiche richieste e misure che rendano più attraente la professione di docente sia dal punto di vista finanziario che dello sviluppo professionale. E nel caso delle scuole con risultati scadenti, il consiglio dell’Ocse è di trasferire risorse-extra.
L’unica soddisfatta del magro bottino ricevuto dal Paese è il ministro Gelmini perché lo prende come uno sprone alla sua «riforma». Ribatte la senatrice Mariangela Bastico, responsabile Scuola del Pd: «L’Ocse consegna una situazione allarmante della scuola italiana: gli studenti hanno livelli di apprendimento troppo bassi e molto differenziati da regione a regione; gli abbandoni scolastici sono molto elevati; i docenti e le scuole operano senza adeguate risorse e riconoscimenti del merito». Entrando nel dettaglio delle critiche Ocse Mimmo Pantaleo segretario generale della Flc-Cgil spiega: «A proposito di elevamento dell’obbligo scolastico nell’indagine si afferma che gli esiti di apprendimento sono positivi laddove la scelta degli indirizzi è compiuta dopo il quindicesimo anno di età e negativi nei Paesi con scelte precoci. La riforma per la secondaria e la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico nella formazione professionale rispondono ad una logica completamente diversa».