Unità: L’Inps ci ha messi in mutande
In sciopero gli specializzandi
Ospedali a rischio assistenza oggi per lo sciopero di 25mila specializzandi. L’Inps vuole fare cassa con i giovani medici in formazione. Manifestazione a Roma, contro l’«ingiusta» aliquota piena e la retroattività.
Medici specializzandi in sciopero, contro l’aumento della trattenuta piena Inps: una diminuzione di 170 euro mensili in busta paga, nonché un prelievo retroattivo dal novembre 2006 - con scadenza a gennaio - che supera i 4.500 euro su uno stipendio che si aggira sui 1700. Così oggi 25mila camici bianchi in formazione protestano a Roma in piazza della Repubblica. Da qui una delegazione dei medici in formazione di tutta Italia protesterà «pacificamente» sotto le finestre del ministero del Welfare di via Flavia.
Assistenza sanitaria a rischio negli ospedali. Proprio sulle spalle dei giovani medici in formazione si regge infatti il funzionamento di molti reparti ospedalieri. Il cittadino-paziente oggi non avrà al suo fianco lo specializzando, il camice bianco in formazione che di norma accetta ricoveri e firma dimissioni, svolge attività di guardia nei pronto soccorso e sopperisce alle carenze d’organico del personale paramedico come infermieri e portantini.
Le proteste e le assemblee della categoria sono cominciate fin dalla circolare Inps di inizio ottobre scorso, con la quale si sancisce il passaggio dall’aliquota ridotta del 17% a quella piena del 24,7%. «Una tassa ingiusta», per l’Ordine dei medici e le associazioni di categoria come la Federspecializzanti e il Sims. Il governo aveva promesso dei correttivi ma nulla è stato modificato. Alcune università hanno già avviato la decurtazione: a Varese lo stipendio è sceso a 200 euro al mese, a Ferrara le paghe sono state decurtate di un quarto. Da qui la mobilitazione nazionale. Che non si ferma allo sciopero di oggi. Alcuni Policlinici, come l’Umberto I di Roma, anche domani e giovedì non svolgeranno l’assistenza ai pazienti ma si riuniranno in assemblea di studio, uno dei presupposti previsti dal contratto.
«L’Inps ci ha messi in mutande», lo slogan dello sciopero. Gli specializzandi pagano in media 2000 euro di tasse universitarie all’anno, altri 150-200 euro per l’iscrizione all’Ordine dei medici di riferimento, nonché i contributi all’Enpam: una contribuzione per fasce di età, sotto i 30 anni è di 300 euro l’anno. «Ora a tutto questo si è aggiunta l’ingiusta tassa Inps - sottolinea Valentina, specializzanda in Ginecologia. «Il governo Berlusconi tenta di risolvere la crisi colpendo i giovani medici - sottolinea Francesco Macrì Gerasoli - responsabile Sims di Roma e responsabile nazionale della previdenza nazionale del segretariato italiano dei giovani medici -. L’aliquota piena Inps frutta alle casse dello Stato da subito 100milioni di euro».
Non c’è pace per gli specializzandi. Dopo le annose battaglie per il contratto, ora si trovano a fare i conti con l’«illegittima» pretesa dell’Inps. Il Codacons è al fianco dei camici in formazione è ha proposto formale diffida al ministero del Lavoro «per un tempestivo intervento risolutivo della questione, in quanto lederebbe la forza intellettuale e professionale del Servizio sanitario nazionale». Anche la Flc-Cgil sostiene la protesta.
MARISTELLA IERVASI
ROMA
miervasi@unita.it