Unità: L’accampamento di viale Trastevere presidio dell’istruzione
Sotto il ministero della Gelmini, a Roma, la battaglia dei lavoratori contro i tagli indiscriminati del governo. Il ministro è sordo. Il quartiere solidale
esare lo chiamano «il burino» perché ha conservato lo stesso accento umbro che aveva 55 anni fa, quando arrivò a Roma. Oradi anni ne ha77 e non è uno che si lamenta: «Io prendo 600 euro di pensione (anche perché mi hanno rubato 10 anni di marchette) e mia moglie ne prende 400. Ma me la passo bene, non mi manca niente ». «Non ti manca niente perché c’hai la casa tua», replica il collega di bocciofila, al centro anziani di viale Trastevere, davanti al ministero dell’Istruzione. «La casa ce l’ho perché 55 anni fa è stata la prima cosa a cui ho pensato. Io facevo il muratore, non mi compravo né vestiti né niente». Cesarenonsi lamentamaè preoccupato. Lo dice guardando ai precari accampati a pochi metri sotto i cartelli che denunciano i 40mila tagli nella scuola: «Ci sono troppi disoccupati, non si può andare avanti così ». E poi, dà manforte l’amico «nella scuola ormai tutto costa troppo, le tasse sono aumentate e i professori diminuiti». «Mio nipote - racconta Cesare - ha fatto quattro anni al Kennedy e per il quinto lo hanno spostato in un’altra scuola. Oltre ai problemi di ambientamento ha dovuto cambiare tutti i libri». «Quelli - aggiunge indicando il ministero di Maria Stella Gelmini - non ci pensano perché con i loro stipendi non hanno di questi problemi ». Sotto la tenda dei precari arriva Alfonso, si presenta come «precario comunale » e riconosce subito l’accento palermitano. «Io sono carrapipano», dice con orgoglio. Le maestre palermitane scoppiano a ridere: «Noi lo diciamoper scherzo, mi mandano a Carrapipa. Ma esiste davvero?». Carrapipa esiste ed è in provincia di Enna. Da Wikipedia: «Il vero nome è Caropepe Valguarnera ma in siciliano si dice Carrapipi». « Quann eru nicu mè patri dicìa sempri "E unni è? a Càrupipi?" pè pallari di cosi luntani o inaccessibbili». Alfonso è segretario in una scuola d’arte del comune di Roma, a pochi passi. La sua solidarietà si manifesta così: «Se avete bisogno del bagno venite pure da noi, la scuola è aperta fino alle sette». In Sicilia sono stati tagliati7000 posti di lavoro nelle scuole di ogni ordine e grado di cui 2000 a Palermo e 1500 a Catania. In maggioranza donne in una regione dove il 60% delle donne non lavora. Antonella Trupia ha 41 anni lavora nella primaria dal 1995 (dieci gli anni interi). Si definisce «tagliata dal governo, licenziata dallo Stato». Era iscritta alla Cisl ora è iscritta alla Cgil: «Non mi sento rappresentata dalla Cisl nazionale che ha firmato con la Uil l’elemosina della “chiamata a disposizione”». «A livello locale - aggiunge - la Cisl funziona e a Palermo ha occupato il provveditorato insieme a Cgil e Snals». Carmela ha 48 anni e due figli. Ha lavorato prima nelle scuole private,mal’hanno mandata via quando si è sposata, e poi nella scuola pubblica. «Il problema non è solo la difficoltà di trovare un altro lavoro. È che noi abbiamo dedicato la vita a questo: abilitazione, aggiornamenti, studio quando siamo passati ai moduli, aboliti in sette minuti». Manuela è di Reggio Calabria ma lavora (lavorava?) a Roma: «Noi giovani ci siamo formati sui moduli ed è stata una grande formazione. Si parla tanto di fannullonimanel lavoro in equipe è più difficile che ci sia chi nonlavora, perché le sue mancanze ricadono sugli altri». Ora invece, rincara Francesco Cori, romano, «siamo all’assistenzialismo della ciamata a disposizione ». Ovvero: Inps e regione pagano la disoccupazione e tu stai a casa. Ma se ti chiamano a tappare un buco devi correre ovunque, pena la perdita dell’assegno. La coda. Funziona così: l’insegnante fa domanda in tre province oltre a quella di provenienza. Ma, lontano da casa, non vale la graduatoria, finisci in coda. Quest’anno di immissioni in ruolo ce n’è qualcuna al nord. Al sud nessuna. A Catania, per esempio, zero. È così che dal sud si parte per il nord. In coda. Nel 150° dell’Italia unita, di cui la scuola è stata tanta parte.