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Unità.it/Speciale: Una scuola in riparazione. Scuola italiana, cantiere aperto

Massimo Franchi

27/10/2007
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l'Unità

L'anno scolastico è partito a settembre. Ma solo giovedì 18 ottobre è stato approvato definitivamente il decreto "Disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008".
La disciplina sul recupero dei debiti e le conseguenti polemiche sugli esami di riparazione non è ancora giunta a conclusione. Studenti, insegnanti e famiglie non sanno ancora in che modo verranno decise promozioni e bocciature l'anno prossimo.

Una "scuola in riparazione", dunque. Con molte cose buone fatte dal ministero (ritorno del tempo pieno, riforma esami di maturità, autonomia scolastica accentuata, nuovi curricula che danno importanza alle materie fondamentali, miglior gestione degli istituti, solo per citarne alcune), ma molte ancora da risolvere. E per questo i sindacati scendono in piazza.

L'ultimo provvedimento approvato dal parlamento è quello sulle "disposizioni urgenti". Il testo iniziale era stato integrato da emendamenti alla Camera che sono stati confermati in via definitiva dall'aula di Palazzo Madama.

Il decreto disciplina ex-novo il tempo pieno nella scuola primaria, ripristinando il modello unitario già in vigore prima della riforma Moratti.

Prevede un ulteriore stanziamento per le commissioni d'esame: i 138 milioni previsti dalla legge 1/2007 sono stati elevati a 183 milioni (il decreto legge prevedeva 178,2 milioni).

La norma approvata reintroduce il giudizio di ammissione per l'esame di terza media e prevede - novità assoluta - una prova scritta nazionale per tale esame di fine ciclo.

La nuova legge prevede una serie di misure disciplinari per rendere spedito l'iter delle sanzioni nei confronti del personale scolastico.

Alcuni di questi provvedimenti sono stati richiesti l'anno scorso a gran voce dai dirigenti scolastici. Gli altri erano attesi dal mondo della scuola o necessari per fare fronte a situazioni che stavano diventando difficili.

E' il caso delle norme che accelerano l'iter procedurale per sanzionare i docenti rei di comportamenti non accettabili. Le farraginose norme precedenti che permettevano anche a chi si era macchiato di reati gravissimi, come quelli di violenza sessuale nei confronti dei propri alunni, di rimanere a scuola sono state snellite. L'iter disciplinare dovrà concludersi entro 120 giorni e nei casi più gravi è prevista la sospensione cautelare disposta, nei casi urgenti, dallo stesso dirigente scolastico. E' anche contemplata la sospensione del docente per incompatibilità ambientale e per «comportamenti lesivi della dignità delle persone che operano in ambiente scolastico, degli studenti e dell'istituzione scolastica tali da risultare incompatibili con la funzione educativa». Niente più quindi impunità per chi si macchia di gravi mancanze all'interno delle mura scolastiche.

La maggiore novità introdotta a Palazzo Madama riguarda l'esame di terza media. Reintrodotta l'ammissione agli esami, saltata per un anno, dal prossimo mese di giugno gli oltre 500 mila ragazzini che dovranno cimentarsi con gli esami di licenza media si troveranno a sostenere, anziché tre, quattro prove scritte: Italiano, Matematica e Lingua straniera, più una prova predisposta dall'Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) che saggerà la cultura generale dei ragazzini.

La legge ripristina il tempo pieno nella scuola elementare, abolito dalla riforma Moratti, opera una ulteriore stretta sui privatisti che si presentano agli esami di maturità e mette le scuole nelle condizioni di gestire il proprio fondo d'istituto con maggiore tranquillità. I candidati esterni (i privatisti) che decidono di presentarsi alla maturità con una preparazione "fai da te" non potranno più scegliere in quale scuola, spesso privata, sostenere gli esami. Nell'istanza che presenteranno al direttore dell'Ufficio scolastico regionale potranno soltanto esprimere una preferenza. Sarà il direttore regionale, in base alle norme vigenti, a smistare i candidati nelle scuole statali o paritarie del comune di residenza dei richiedenti.

Le scuole non saranno, infine, più costrette a pagare le supplenze per maternità per colpa delle quali si volatilizzava buona parte del budget destinato ai precari. La competenza viene attribuita direttamente al ministero dell'Economia e delle finanze. Annullate anche le multe inflitte ai dirigenti scolastici rei di non avere comunicato ai Centri per l'impiego i contratti stipulati con i supplenti. La norma, nata per fare emergere il lavoro sommerso, aveva colpito pesantemente le scuole che da oggi avranno un margine maggiore di tempo per comunicare i relativi dati. In arrivo altri 10 milioni di euro per le "classi primavera", che accolgono i piccoli di età compresa fra i 2 e i 3 anni. Il provvedimento consentirà a 20 mila famiglie di iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche o private che hanno richiesto le sezioni primavera. E viene anche incrementato di 45 milioni il fondo per pagare gli insegnanti che hanno svolto la scorsa maturità.


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