Unita.it/ Speciale: Una scuola in riparazione.Il viceministro Bastico: «Con noi la scuola è tornata piena e seria»

m.fr.

Viceministro Bastico, da quando c'è il governo Prodi la scuola italiana è migliorata?
«Direi proprio di sì. Lo dimostrano i fatti. Abbiamo fatto scelte precise e ne abbiamo fatte parecchie anche negli ultimi mesi. Rinnovo del contratto di lavoro, decreto ministeriale sul recupero dei debiti scolastici. Sul versante parlamentare abbiamo ottenuto l'approvazione del Decreto legge sull'avvio dell'anno scolastico 2007/2008, è in via di approvazione il Disegno di legge sulle norme urgenti in materia di pubblica istruzione».

Il nuovo contratto degli insegnanti contiene novità importanti. Ce le può illustrare?

«Il contratto - che definirei "di svolta" in quanto promuove e valorizza la professionalità. Riguarda 1 milione e 200 mila lavoratori della scuola: prevede un aumento mensile medio di 140 euro per i docenti e di circa 100 euro per il personale Ata. Altro aspetto innovativo è l'incremento del compenso orario che arriva a 35 euro per le attività didattiche aggiuntive e a 50 euro per i corsi di recupero per i ragazzi con debiti formativi».

Il balletto esami di riparazione sì, esami di riparazione no non è stato molto esaltante...

«Noi non abbiamo mai parlato di esami di riparazione. Il decreto ministeriale sul recupero dei debiti scolastici è approvato in attuazione della Legge 1/07 di riforma degli esami di Stato, che ha introdotto elementi di rigore e serietà stabilendo, fra l'altro, che gli studenti, per essere ammessi, devono avere recuperato tutti i debiti formativi degli ultimi tre anni. Era, pertanto, necessario introdurre nuove modalità e definire tempi precisi per il recupero delle insufficienze, per la relativa verifica e per l'assunzione dei provvedimenti conseguenti. Queste norme affrontano un problema di primaria gravità: nell'anno scolastico 2007/2008 oltre il 40% degli studenti è stato ammesso alla classe successiva con debiti, e solo uno studente su quattro li ha recuperati. In tal modo i ragazzi proseguivano il percorso scolastico senza avere le basi fondamentali, magari proprio nelle materie caratterizzanti l'indirizzo di studi. Il decreto ministeriale promuove la qualità dell'istruzione e richiama tutti a un serio impegno, ciascuno per il proprio ruolo: gli studenti, che devono imparare; la scuola, che ha il compito di far apprendere, anche attraverso corsi di sostegno e di recupero, e di valutare; le famiglie, che, puntualmente informate, saranno responsabilizzate in questo percorso. D'altro canto una maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti è l'essenza di ogni processo educativo. Il decreto troverà norme di attuazione attraverso una specifica ordinanza di prossima emanazione».

Il ritorno del tempo pieno è una sua battaglia contro la controriforma Moratti che lei combatte fin dai tempi in cui era assessore alla Regione Emilia Romagna...

«E' stato ripristinato, da quest'anno scolastico, il tempo pieno nella scuola primaria, come modello didattico a 40 ore settimanali, abolito dalla Legge Moratti. Molto richiesto dalle famiglie e dalle associazioni dei genitori e molto utile per innovare le modalità di insegnamento e porre le basi per una riduzione degli insuccessi e degli abbandoni scolastici. Già da quest'anno la maggior offerta di tempo pieno è stata garantita attraverso l'attribuzione di 1.000 insegnanti in più specificatamente dedicati. E' prevista l'approvazione in sede di Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Province-Comuni- Comunità montane) di un piano triennale di finanziamento e di organizzazione dei servizi collegati per ampliare e qualificare l'offerta scolastica ed educativa del tempo pieno».