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Unità it: Siamo in duecentomila. La scuola invade Roma

È un corteo per le buone ragioni di un Paese che ha bisogno di studiare, studiare, studiare. Contro un governo dell’ignoranza. Contro i contratti non rinnovati. Contro i fondi tagliati. Contro la ricerca dismessa per decreto.

14/11/2008
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l'Unità

La scuola in piazza contro i taglidi Silvia Garambois

I geologi hanno il casco giallo in testa e un piccolo dinosauro (di cartapesta) sulle spalle: “Contro la fossilizzazione della cultura”, come è scritto sul loro striscione. Quelli dell’Istituto nazionale di fisica nucleare di Trieste fanno volantinaggio: vogliono far sapere a tutti che sono 50 anni che indagano le leggi fondamentali della natura, il che significa anche lavorare per la diagnosi precoce dei tumori al seno, con esperimenti sulle particelle elementari. Sono 1800 in 26 sedi sparse per l’Italia: ora la 133 rischia di far terra bruciata di una generazione di giovani scienziati.
Questa è la quarta manifestazione: tre volte siamo venuti a Roma, una l’abbiamo fatta a Firenze» sono quelli del Cnr di Firenze, sono arrivati con 7 pullman, e fra di loro ci sono molti neppure “giovanissimi”. E poi c’è l’Istat, l’Enea, l’Iss, l’Ispra: un universo di sigle che raccontano ognuno una storia… Come quella di un altro striscione, replicato in decine di foto che i manifestanti portano a tracolla: “Berlusconi, se c’hai i capelli è solo grazie alla ricerca!”.
La manifestazione del sindacato, con i grandi palloni colorati della Cgil, le bandiere della Uil, gli striscioni, e i ricercatori, gli universitari, gli studenti dell’”alta formazione artistica e musicale”, si è data appuntamento vicino alla Bocca della verità, nel cuore della Roma antica. Dai microfoni arrivano le notizie: i pullman che devono ancora arrivare, le altre manifestazioni – quelle degli studenti – che intanto si muovono da altri punti della città, da piazza della Repubblica per chi arriva in treno e per gli studenti medi, dal piazzale Aldo Moro gli universitari della sapienza, dalla Piramide quelli di Roma3. Un gruppo di ragazze sfila ha dei mascheroni di cartapesta: sono mostri. Artistici mostri… Un ricercatore ha per cappello un cervello con uno stivale (la bella Italia) che lo calpesta. Se la portano addosso la loro protesta: non sono solo le bandiere, i palloni, sono le magliette, i cappelli, i caschi, i cartelloni da uomo (e donna) sandwich, sono le maschere. Sono gli slogan: «Tagli alla ricerca e all’università: la riforma del Governo è tutta qua».

Siamo tanti – urlano dal megafono sul camion che apre il corteo del sindacato -. Siamo tanti a questa manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Poi la Cisl si è fatta da parte per ragioni… sue: ma qui siamo comunque a rappresentare tutte le ragioni dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica e musicale»: insomma, non è un corteo di divisione sindacale. È un corteo per le buone ragioni di un Paese che ha bisogno di studiare, studiare, studiare. Contro un governo dell’ignoranza. Contro i contratti non rinnovati. Contro i fondi tagliati. Contro la ricerca dismessa per decreto.


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