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Unità it: Scuola, l'Ocse: l'Italia spende poco. La protesta dei precari non cessa

L'Italia spende poco per la scuola e si ritrova, seconda solo alla Slovacchia, agli ultimi posti per Pil destinato all'istruzione.

07/09/2010
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l'Unità

L'Italia spende poco per la scuola e si ritrova, seconda solo alla Slovacchia, agli ultimi posti per Pil destinato all'istruzione. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ocse sull'educazione, pubblicato oggi, il nostro Paese spende il 4,5% del Pil per l'istruzione, la Slovacchia il 4%, contro una media dei Paesi Ocse del 5,7%, dove ai primi posti si piazzano Islanda, Stati Uniti e Danimarca. Ogni scolaro costa in media ogni anno 6622 dollari (non molto lontana dalla media Ocse di 6687 dollari). L'Italia è inoltre ultima in classifica, per la percentuale di spesa pubblica destinata alla scuola, il 9% (rispetto a una media del 13,3), seguita da vicino da Giappone e Repubblica ceca.
Precari in protesta
Mentre in diversi istituti è già suonata la prima campanella del nuovo anno scolastico, continuano a tenere banco le vicende dei precari della scuola. A Roma, nonostante l'avvio delle lezioni sia stato fissato ufficialmente al 13 settembre, sono già tornati in classe parecchi studenti, a cominciare da quelli del Tasso, storico liceo della Capitale. E anche in altre città, a prescindere da quanto stabilito dai calendari scolastici regionali e in virtù dell'autonomia scolastica, c'è già chi si è rimesso lo zaino in spalla. Anche all' Aquila - con le opportune misure di prevenzione di fronte allo sciame sismico in corso a 30 chilometri dal capoluogo - parecchie scuole hanno anticipato il rientro. Entro il 20 settembre, comunque, le scuole riapriranno in tutta Italia. E c'è pure chi, come gli alunni di una terza elementare di Savigliano (Cuneo) trascorrerà il primo giorno di scuola (il 13 settembre), in spiaggia, davanti al mare di Alassio, per sperimentare un progetto che dal prossimo anno punta a rilanciare il turismo ligure nel mese di settembre. Sull'avvio del nuovo anno pesa parecchio la questione «organici».
Ieri mattina, 6 settembre, a Palermo un gruppo di precari ha bloccato gli uffici del provveditorato agli studi dove erano in corso le convocazioni annuali per il personale amministrativo; all'origine dell'iniziativa la notizia che il numero delle convocazioni sarebbe stato inferiore alle previsioni. L'ufficio scolastico di Palermo ha già presentato una richiesta al ministero per l'assegnazione di ulteriori 40 incarichi nella graduatoria provinciale per il personale tecnico-amministrativo. Sul fronte scuola nella città siciliana il clima resta caldo e quella iniziata oggi sarà una settimana di mobilitazioni: domattina è in programma un'assemblea della Cgil nei locali dell'ex provveditorato, dopodomani invece partirà da via Praga, alle 16.30, un corteo organizzato dai Cobas. Il 12 settembre i precari di tutte le province siciliane si daranno appuntamento a Messina per la manifestazione regionale «Invadiamo lo Stretto».
E domani, 8, è previsto, a Roma, un incontro tra i delegati dei precari di ogni parte d'Italia per discutere le proposte da inserire nella piattaforma nazionale, elaborata dal coordinamento della scuola. Animi esasperati anche a Napoli dove un centinaio di precari tra docenti e personale Ata, insieme a genitori e rappresentanti dell'associazione Tutti a Scuola, hanno organizzato oggi un'assemblea pubblica davanti all'ufficio scolastico regionale della Campania. I manifestanti hanno effettuato un sit-in, con blocco stradale, davanti agli uffici per discutere sulle prossime attività di protesta da mettere in campo a livello regionale.
Intanto, si allarga il sostegno alla lotta dei precari. Oggi Sinistra Ecologia Libertà ha annunciato che parteciperà all'assemblea indetta dal Coordinamento precari per mercoledi' 8 settembre davanti a Montecitorio, in concomitanza con la riapertura dell'attività parlamentare dopo la pausa estiva. «25 mila cattedre e 15 mila posti in meno per il personale Ata per l'anno scolastico 2010-11, che si aggiungono ai 57.000 posti persi già l'anno scorso rappresentano - spiega in una nota - la netta volontà di distruggere l'Istituzione Scuola».
E da oggi, 7, a Bologna parte la Festa nazionale della scuola organizzata dal Pd. «Una settimana di incontri aperti e dibattiti per raccontare all'Italia cosa sta accadendo alla scuola pubblica italiana - spiega Francesca Puglisi Responsabile per la Scuola del partito - e la nostra opposizione ai tagli drammatici del Governo».


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