Unità it: Scuola in piazza contro la Finanziaria: «Dateci più risorse»
Si manifesta contro la mancanza di risorse finanziarie per scuola, università e ricerca, e per il contratto dei lavoratori scolastici. I sindacati confederali mandano un messaggio chiaro al governo: la scuola pubblica deve avere più risorse
Il giorno dopo gli statali, tocca alla scuola. La due giorni di scioperi e manifestazioni a Roma si chiude con in piazza professori muniti di striscioni, fischietti e palloncini. Si sciopera contro un governo amico, si sciopera partendo dalla Bocca della Verità sulle note di "Dove vanno i marinai". Si manifesta contro la mancanza di risorse finanziarie per scuola, università e ricerca, e per il contratto dei lavoratori scolastici. I sindacati confederali mandano un messaggio chiaro al governo: la scuola pubblica deve avere più risorse.
Un serpentone lungo, non foltissimo (lo riconoscono anche i partecipanti) ma partecipato. Con ironia e sagacia. Come ha fatto Francesco Brandani, segretario della Flc Cgil della Toscana, che si è mascherato da Dante con accanto la sua Beatrice (sua moglie insegnante in un istituto d'arte). «Abbiamo voluto fare questa buffonata, nel senso buono del termine, per testimoniare come anche il sommo poeta al giorno d'oggi rischierebbe di rimanere disoccupato. Siamo in piazza perché vogliamo ribadire le ragioni della scuola pubblica che fa ancora i conti con la penuria di risorse. Non siamo tanti e non poteva essere diversamente il giorno dopo lo sciopero degli statali. Scioperare contro un governo amico è un atto di autonomia, ma io (che non ho tessere di partito) chiedo al sindacato della scuola di essere autonomo a qualsiasi partito».
«Io qua non ci dovrei essere», racconta Antonio, 57 anni da Casarano (Lecce) 31 di anzianità come professore di italiano alle superiori. La sua considerazione è comune ai tanti che hanno votato questo governo. «Siamo delusi - continua - ci aspettavamo molto di più dal governo e invece ci troviamo ogni giorno a lottare per riuscire a formare i nostri ragazzi».
Gli insegnanti sono, in quanto tali, preparati. E snocciolano le rivendicazioni come se fossero studenti ad un'interrogazione. «In finanziaria non ci sono risorse per il rinnovo del contratto, mentre abbiamo firmato da quattro mesi il contratto per il 2006. Ogni volta il governo promette che non ci saranno tagli agli organici e puntualmente ci sono», attacca Margherita, trentenne insegnante di scuola elementare in ruolo da ben 11 anni. «Io sono stata fortunata, ho vinto il concorso a 22 e ho avuto subito una cattedra, ma nella mia scuola anche quest'anno mie colleghe hanno perso il posto o sono state trasferite».
Arrivati in piazza Navona, i manifestanti sono stati accolti dalla notizia dell'organizzazione. «I lavoratori hanno aderito in massa alla sciopero» ha detto dal palco una rappresentante del sindacato. Sul palco montato sotto la fontana del Bernini, campeggia lo striscione: «Per una scuola pubblica e di qualità».
«Siamo scesi in piazza per lanciare un messaggio chiaro a Fioroni e a Prodi: - spiega Enrico Panini, segretario Flc Cgil - sulla scuola non si scherza. Della scuola non bisogna solo parlare ma fare. Occorrono investimenti precisi perchè siamo il Paese che meno investe sul futuro dei nostri ragazzi».
A chiudere la manifestazione è stato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. «Non è un atteggiamento serio da parte del Governo - ha sottolineato - aveva promesso un piano e il piano non c'è. I soldi per i contratti della scuola sono sempre stati in tutte le Finanziarie, perché in questa no?».