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Unità it: I diritti dei minori? Per il premier sono le classi ponte

Hanno avuto un restyling di facciata. Ma il concetto è rimasto lo stesso: i bambini sono tutti uguali, ma gli italiani sono più uguali degli altri

20/11/2008
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l'Unità

Il 20 novembre è la Giornata Mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Dalla violenza alla fame nel mondo sono tanti i temi all’ordine del giorno per garantire a tutti, ovunque, una crescita serena e dignitosa. Ma in Italia, oggi, parlare di infanzia e di adolescenza significa soprattutto parlare di scuola. E si sa, ognuno la vede a modo suo. Per il nostro premier, ad esempio, la priorità sono le classi-ponte. Quelle che aveva proposto la Lega – classi separate per i bambini stranieri – e che poi, dopo una bufera di proteste, hanno avuto un restyling di facciata. Ma il concetto è rimasto lo stesso: i bambini sono tutti uguali, ma gli italiani sono più uguali degli altri. Per questo, nel giorno che promuove i diritti dell’infanzia, parlare di un progetto che discrimina non è esattamente un segno di bon ton.

Ma Berlusconi insiste e spiega che le classi ponte «non sono una discriminazione, ma sono tese a dedicare più tempo all'insegnamento dell'italiano». Poi ha sciorinato i suoi soliti numeri, ricordando come il numero di stranieri nelle nostre scuole sia «in costante aumento» e corrisponda oggi «al 5,6% della popolazione scolastica». Per questo, sostiene Berlusconi, «l'insufficiente conoscenza della lingua italiana fa sì che abbiano percentuali di insuccesso superiore agli alunni italiani». Quindi, separiamoli.

Indignato il Pd: Manuela Ghizzoni, capogruppo in commissione Cultura alla Camera sottolinea che «il presidente del Consiglio sfrutta un appuntamento di grande importanza come la giornata mondiale sui diritti dell’infanzia per gettare sale sulla ferita inferta al mondo della scuola. Ci saremmo aspettati - prosegue Ghizzoni – che Berlusconi affrontasse con serietà e con proposte i problemi all’ordine del giorno. Sconcerta la cortina fumogena con cui parla ancora una volta della “riforma dei grembiulini”, ignorando (o forse sapendo benissimo) che nei provvedimenti Gelmini grembiulini e divise non sono neanche citati. Nessun ripensamento – conclude Ghizzoni – neanche sulle classi ponte per gli immigrati su cui la condanna da parte del mondo della scuola, dell’associazionismo cattolico e laico, di autorevoli riviste come Famiglia Cristiana, è stato unanime. Ancora una volta Berlusconi interviene su questioni delicate e strategiche in modo totalmente inopportuno e demagogico».


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