FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3874269
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Istruzione di Stato, la base della Repubblica

Unità: Istruzione di Stato, la base della Repubblica

Nell’art. 34 della Costituzione è racchiusa la visione che i Costituenti ebbero della scuola pubblica, della «scuola aperta a tutti»,

03/09/2010
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Nell’art. 34 della Costituzione è racchiusa la visione che i Costituenti ebbero della scuola pubblica, della «scuola aperta a tutti», perché «è nella scuola che si forma l’anima della Nazione ed è attraverso la scuola che» i Costituenti intendevano offrire «veramente un nuovo volto, una nuova fisionomia, ma soprattutto una nuova anima all’Italia repubblicana » (Macrelli). È attraverso la scuola che si sarebbe potuto «rialzare il carattere degli italiani dopo la rovinosa batosta della guerra» (Calosso). Un principio rivoluzionario che avrebbe consentito ai poveri di «accedere all’istruzione» e che imponeva la formazione di «una scuola pubblica fiorente, nella quale tutti gli Italiani, senza differenza di fede politica e religiosa» avrebbero potuto «andare senza imbarazzo, minorità o costrizione » (Bernini). In quel momento storico era particolarmente sentita l’esigenza «di fare avanzare verso i gradi superiori della cultura quelli che ne sono stati esclusi non per difetto d’ingegno, ma per difficoltà economiche finora insuperabili. (…)Da secoli, il figlio del contadino e dell’operaio continua a fare il contadino e l’operaio. (…)Non è un problema sentimentale questo; non si tratta di generosità d’animo che apra al povero la via della elevazione economica e intellettuale; non si tratta di un beneficio che la fortuna dei pochi debba concedere alla miseria dei più. (…)Noi combattiamo per la conquista di diritti; e ogni beneficio è, sotto certi riguardi, una negazione di diritto, perché ogni beneficio è revocabile» (Marchesi). Con la scuola pubblica, la Costituzione impegnava la Repubblica ad «aprire ai capaci e meritevoli, anche se poveri, i gradi più alti dell’istruzione (…)per utilizzare a vantaggio della società forze che» sarebbero restate «latenti e perdute» e per «attuare una vera ed integrale democrazia» (Ruini). Nella scuola pubblica «tutti quanti senza tessera e senza certificato di fede» sarebbero potuti entrare e «il merito dei discenti e dei docenti» sarebbe stato «misurato soltanto dalla loro buona fede e dalle loro capacità » (Binni). Nella scuola pubblica si sarebbe potuti «entrare con animo tranquillo: essa è asilo di tutte le coscienze ed è la scuola di tutti i cittadini» (Marchesi). I Costituenti, inoltre, riconobbero anche la possibilità di istituire delle scuole private, ma a condizione che la loro istituzione non avesse comportato alcun onere economico per lo Stato, perché «il cittadino che preferisce la scuola privata alla pubblica, obbedisce a una preferenza che deriva da comodità e non da necessità» (Marchesi). La scuola pubblica avrebbe dovuto essere «una scuola liberale, aperta palestra di tutte le idee» e nella quale avrebbero potuto «possono insegnare i cattolici, i comunisti, gli idealisti, uomini di ogni fede. (…)Libero chiunque di ricorrere ad una scuola privata di fiducia,ma come colui il quale al medico condotto o al medico della mutua preferisce il suo medico di fiducia, deve sostenerne le spese, così il cittadino deve pagare la scuola privata di sua fiducia, che egli ha scelto. Sarebbe un paradosso che lo Stato, che non ha nemmeno abbastanza denaro per le proprie scuole, dovesse in qualunque maniera finanziare delle scuole che non gli appartengono» (Preti). Era l’esperienza degli stessi Costituenti che deponeva in «favore della scuola di Stato; è il fatto che tutti» erano «cresciuti insieme in questa scuola di Stato» ed erano eppure «diventati in casi diversi, cattolici, e buoni cattolici; socialisti, e buoni socialisti; comunisti, e buoni comunisti». Erano questi i motivi per cui «la scuola di Stato vada difesa e che chi difende la scuola di Stato non fa opera di parte,ma fa gli interessi del Paese e gli interessi della democrazia» (Binni).


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL