Unità-Intransigenti e amorevoli

Intransigenti e amorevoli

Luigi Galella

Con la Terza Prova viene a mancare la mediazione ministeriale, madre provvida, che supplisce alle lacune degli alunni con l'indulgenza dell'Istituzione. E noi insegnanti, privati del controllo dell'Autorità, ci sentiamo paradossalmente investiti del compito di essere intransigenti. Prepariamo le domande con rigore, e le distribuiamo ai ragazzi, che oscillano tra fiducia e sospetto. Quando stamattina mi hanno visto arrivare mi sono venuti incontro: "A professo', ndo' corre?". "Ma nun ce dice proprio niente?". Ho risposto che i quesiti erano specifici ma semplici. Al passaggio nel cortile della collega di Inglese la scena si è ripetuta. Antonella è stata più gentile e si è fermata a spiegare che si trattava di quella parte del programma svolta con maggiore incisività. "Di più non posso dirvi, mi dispiace". "Ahò - ha concluso Damiana - solo a noi ce capitano professori onesti!" Altro che onesti, più realisti del re. Essendo in tanti, li abbiamo distribuiti in due aule, per tenerli separati. In una, girone dei dannati, quelli che durante l'anno non avevano fatto granché. Nell'altra, cielo dei beati, i più studiosi. Dieci domande a risposta libera sullo scibile dell'intero anno scolastico. Dopo pochi minuti ho visto che beati e dannati annaspavano allo stesso modo. E noi insegnanti abbiamo rimpianto quel tempo in cui da commissari interni, in una commissione di esterni, godevamo nel regalare qualche suggerimento ai nostri alunni, di nascosto.

Diario di un professore