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Unità-Intervista a Vasco Errani-Una sfida al governo su scuola e sanità

Non facciamo dell'autolesionismo, pensiamo ai ballottaggi" "Il centrosinistra ha avuto un risultato positivo alle elezioni del 26 maggio. Questo dobbiamo sottolineare, invece di fare dell'autolesio...

07/06/2002
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l'Unità

Non facciamo dell'autolesionismo, pensiamo ai ballottaggi"

"Il centrosinistra ha avuto un risultato positivo alle elezioni del 26 maggio. Questo dobbiamo sottolineare, invece di fare dell'autolesionismo. E per i ballottaggi di domenica e lunedì prossimi abbiamo buone aspettative per molte città: al nord penso ad Alessandria, Verona e, in particolare Piacenza". Vasco Errani, presidente dell'Emilia Romagna, parla del voto amministrativo. Ma lancia anche una sfida al governo su immigrazione, federalismo, scuola e sanità. E attacca: "La polizia regionale di Bossi è solo propaganda e non risolve il problema della sicurezza. Per il governo il federalismo è solo uno strumento per smantellare scuola e sanità pubbliche".
Presidente Errani, come valuta il voto del 26 maggio?
"In Emilia Romagna, se si esclude la conferma di Ubaldi a Parma, che ha ragioni specifiche, c'è stato un risultato complessivamente positivo per il centrosinistra. A Piacenza il risultato è stato molto buono e ci fa guardare al ballottaggio di domenica con un'aspettativa positiva. Il candidato, Roberto Reggi, è forte, credibile, autorevole. E ha un programma serio e importante, capace di tenere insieme tutte le forze del centrosinistra. Ma il risultato delle elezioni del 26 maggio è stato positivo in tutto il centro-nord: ci sono i segni di un'inversione di tendenza. Quando il centrosinistra è capace di stare unito, di allargarsi a Rifondazione e Italia dei valori e di interpretare le domande e i bisogni dei cittadini i risultati arrivano".
In questi giorni è stata approvata la legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Cosa ne pensa?
"Gli effetti che produrrà sono negativi e lo stiamo vedendo già con i lavoratori stagionali: ci saranno ulteriore immigrazione clandestina e più insicurezza. La volontà punitiva verso l'immigrazione regolare che è contenuta nella legge non può che produrre questi risultati".
Ci saranno problemi anche per le imprese?
"La legge prevede dei meccanismi complicatissimi che creeranno problemi difficilmente risolvibili. Anche per le imprese che, soprattutto al nord, sono in costante ricerca di manodopera".
Martedì il ministro Bossi ha chiesto di riformare la Corte Costituzionale e una polizia regionale sul modello dei rangers del Texas.
"È chiaro che ci sono due modi radicalmente diversi di intendere il federalismo. Il centrodestra punta alla separazione e a un nuovo centralismo su base regionale. Ma, soprattutto, usa la 'devoluzione' per mettere in discussione diritti fondamentali come scuola e sanità. La nostra idea, invece, è quella di un sistema regionale basato sull'autogoverno delle autonomie locali. La proposta dei rangers è un perfetto esempio della confusione che regna in questa maggioranza: Bossi dice una cosa, Scajola un'altra, altri ministri ne dicono altre ancora. Quella di Bossi è una boutade demagogica che non ha alcun senso e non risponde al problema della sicurezza. Il punto è che in Italia ci sono già quattro polizie nazionali che devono essere coordinate e integrate con i territori. In Emilia Romagna, ad esempio, abbiamo realizzato il progetto 'Città sicure', in accordo con i sindaci e abbiamo realizzato intese importanti anche con il ministero dell'Interno. Per quanto riguarda le riforma federalista, da tempo diciamo che va completata, in riferimento alla creazione di un Senato federale e anche alle modalità di elezione della Corte Costituzionale. Ma questo deve avvenire dentro un disegno complessivo, non attraverso dei colpi di mano come quelli paventati da Bossi".
L'Emilia Romagna sta preparando delle leggi anche su scuola e sanità. È una risposta alle riforme Moratti e Sirchia?
"La proposta del ministro Moratti rappresenta un passo indietro pauroso a prima del 1962. Si vuole inserire nella scuola una cultura classista, avviando ragazzini di 13 anni e mezzo alla formazione professionale, declassata a scuola locale di serie B. Ma è proprio l'opposto di ciò di cui l'Italia ha bisogno: elevare l'obbligo scolastico per tutti, dare conoscenza e cultura ai ragazzi per fare in modo che siano in grado di affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più complesso. Per queste ragioni noi intendiamo legiferare, dando un segnale alternativo a questa impostazione. Lavoreremo su quelle materie che la riforma federalista ha già affidato alle Regioni. A partire proprio da scuola e sanità"


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