Unità: «Il tempo pieno va garantito non daremo tregua a Prodi»
Genitori e docenti domani a San Lazzaro «ricorderanno» al premier quello che prevede il programma dell’Unione
A BOLOGNA GLI STIPENDI dei supplenti si pagano con le offerte delle feste di Natale o di fine anno. Oppure con i soldi racimolati dalle pesche organizzate in cortile. E questa è solo la punta dell’iceberg di una scuola pubblica che, racconta chi la vive diretta-
mente come genitore o insegnante, continua a perdere pezzi. Dal tempo pieno ai laboratori agli insegnanti di sostegno. E già, fra le primarie, chi se lo può permettere riflette sulla possibilità di trasferire i figli in istituti privati. «Una previsione che mi terrorizza - commenta Marina D’Altri, mamma delle Cremonini - perché trasformerebbe la scuola pubblica da spaccato della società a ghetto per non abbienti». Ecco perché l’assemblea delle scuole bolognesi continua l’agitazione.
La mobilitazione si allarga a macchia d’olio: genitori e docenti delle primarie sono andati in trasferta in alcune città d’Italia per coinvolgere un fronte sempre più ampio. L’agitazione va avanti sia sul piano locale, con azioni dimostrative nelle scuole, sia su quello nazionale, con il presidio organizzato domani a San Lazzaro in occasione della visita del presidente del Consiglio Romano Prodi e la convocazione di un incontro a Bologna delle scuole d’Italia il 21 aprile. «Vogliamo intercettare Prodi visto che l’incontro con Fioroni non è servito - annuncia Giovanni Cocchi, insegnante alle Matteuzzi -. Domani alle 15 sarà a San Lazzaro per inaugurare una biblioteca e noi gli ricorderemo l’impegno preso nel programma dell’Unione». C’è un paragrafo che testualmente promette: «Deve essere garantito più tempo scuola, vanno eliminate le riduzioni all’orario apportate dalla Moratti e deve essere valorizzato il tempo pieno ripristinando la normativa». E questo chiedono le scuole di Bologna: una legge e più fondi. Mamme, papà e insegnanti, muniti di striscioni e merende, aspetteranno il premier sul prato antistante la biblioteca: «Non vogliamo guastare una bella iniziativa - puntualizza Cocchi - soltanto esprimere a Prodi la nostra preoccupazione». Il 21 aprile invece è fissato l’incontro nazionale delle scuole. Quattro i punti da discutere: l’integrazione dell’organico di fatto, la legge sul tempo pieno, l’abrogazione della Moratti e i finanziamenti alla scuola.
«Non si è mai verificata una situazione così grave - racconta Marzia Mascagni delle Longhena -. Ci sono supplenti annuali che non ricevono lo stipendio da tre mesi». E poi c’è la precarietà totale del tempo pieno alle Fiorini (una delle più multietniche di Bologna), dove 125 bambini su 126 ne hanno fatto richiesta senza assicurazioni, e la mancanza di aule alle Pezzani di San Lazzaro. Ecco perché la rete delle scuole bolognesi si mobilita, anche a livello locale: l’idea è una staffetta di protesta che, a partire dalle Silvani, attraversi con il passaggio simbolico di un lenzuolo tutte le primarie. Tante le iniziative, che vanno dallo sciopero bianco all’occupazione al blocco del traffico.
Mercoledì il ministro dell’Istruzione Fioroni, in un incontro con gli assessori regionali, ha assicurato il suo impegno per creare un tavolo per ridiscutere organico e risorse. Ovunque mancano insegnanti. «Ho portato le mie bimbe a scuola - dice una mamma - e la maestra era malata. Ma senza soldi le scuole non chiamano più i supplenti e così è ormai prassi accorpare classi di anni diversi o affidarle alle insegnanti di sostegno». «Quando succederà di nuovo - assicura Elisabetta Ricci delle Zamboni - porteremo gli alunni in Provveditorato, visto che non ci sono docenti a cui lasciarli, oppure diremo ai genitori di venire a prenderli». «Prodi deve intervenire - chiede Marina D’Altri delle Cremonini -. Lui dovrebbe capire il problema visto che i suoi figli hanno frequentato le Zamboni a tempo pieno. Per i suoi nipotini chissà - conclude -, ma forse sta già pensando alle scuole private».