Unità: Il Rettore: «No al negazionista in cattedra»
Teramo, bloccata la lezione di Faurisson «Quell’invito contraddice i nostri valori»
di Massimo Franchi/ Roma
«COMPETENZE SCIENTIFICHE del tutto inadeguate e assolutamente non meritevoli di alcuna legittimazione accademica». Con questa formula il collegio di presidenza della facoltà di Scienza politiche di Teramo ha chiesto che il professor Faurisson, fran-
cese capofila del negazionismo, che si batte per dimostrare che la Shoah sia un complotto ebraico, venerdì non tenga lezione all’ateneo abruzzese. Il rettore Mauro Mattioli ha quindi diffidato il professor Moffa, autore dell’invito, a far intervenire Faurisson al suo corso di laurea in Storia ed istituzioni dei paesi afro-asiatici. Ma per tutta risposta Moffa, prima ancora di ricevere «la formale ingiunzione», decide «di andare avanti a tutti i costi, in nome della libertà d’insegnamento». Il consiglio (organismo composto dal preside di facoltà, dai presidenti dei corsi di laurea e dai direttori di dipartimento) è durato più del previsto e la spiegazione la dà direttamente il rettore. «Il problema di fondo è che noi come ateneo abbiamo ben pochi strumenti in situazioni del genere. Dovevamo affrontare il tema fondamentale usato da Moffa: quello della libertà di insegnamento. Ebbene - continua il rettore Mattioli - come università noi offriamo ai nostri 10 mila studenti obiettivi formativi. La libertà d’insegnamento deve quindi rispettare questi obiettivi e nel caso di Moffa e Faurisson siamo totalmente al di fuori. Il negazionismo non c’entra niente con la nostra università».
Ma, come detto, il professore Moffa non demorde, invitando comunque Faurisson a parlare. Su un giornale locale lunedì scriveva: «Semplicemente si terrà il 18 maggio una normale lezione di un ex professore universitario della Sorbona, Paul Faurisson, perseguitato dal 1981 con processi a catena, e ancor di più sotto pressione dopo l’approvazione dell’infame legge liberticida voluta dal socialista ebreo Fabius e promossa Gayssot, con i quali il sottoscritto non vuole avere nulla a che fare nonostante la propria collocazione politica a sinistra».
Sulla possibilità, tutt’altro che remota, che Moffa forzi la mano, il rettore Mattioli ha le idee chiare. «Non nego che sono preoccupato e che ci sia il rischio di problemi di ordine pubblico. In questo senso se lui non seguirà la mia diffida chiederò al Questore di intervenire».
In città infatti la questione è stata strumentalizzata e sul carro della presunta libertà d’insegnamento sono saliti i consiglieri di Alleanza Nazionale, gli unici che in consiglio si sono astenuti su un ordine del giorno che criticava la presenza di un negazionista all’ateneo cittadino. Ancor di più sta facendo il coordinatore regionale giovanile della Fiamma Tricolore, Cristiano Vignali, che è diventato il promotore della petizione a favore della lezione di Faurisson (260 firme a ieri).
Il preside di facoltà Adolfo Pepe e Mattioli avevano già bloccato l’intervento di Faurisson nel master “Enrico Mattei in Medio oriente”, sempre richiesto da Moffa, bollando l’invito come «un’iniziativa assolutamente inaccettabile». «Il fatto che Moffa ci riprovi ora con il suo corso di laurea denota il carattere assolutamente strumentale del suo invito. Sta soffiando sul fuoco facendo avere ai negazionisti molto più rilievo di quello che dovrebbero avere».
Ieri in Senato Furio Colombo ha espresso «sdegno e preoccupazione» per l’invito a Faurisson, ricordando come «la lettera con la quale 30 storici italiani hanno protestato e chiesto che l’incontro non avesse luogo è stata definita dall’organizzatore un nuovo documento della lobby ebraica». «L’evento di Teramo - ha concluso Colombo tra gli applausi - non potrebbe aver luogo oggi in alcun Paese europeo».
Intanto va avanti la raccolta di firme sull’appello contro Faurisson e i negazionisti proposto da Brunello Mantelli, docente di Storia dell’Europa a Torino, che è già stato sottoscritto da cinquecento personalità.