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Unità: Il Pd all’unisono: bocciata la Gelmini

Finocchiaro: i genitori si sono saputi orientare, il ministro ha praticato una volontà cieca

03/03/2009
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l'Unità

VIRGINIA LORINonostante la Gelmini, il tempo pieno è ancora molto desiderato dalle famiglie italiane. E chi lo aveva difeso, nei lunghi mesi di lotta, ora può puntare il dito contro il ministro della Pubblica istruzione. «Ecco i risultati della Gelmini», ha detto Anna Finocchiaro. «I genitori si sono saputi orientare perché conoscono le difficoltà delle famiglie: il papà lavora, magari anche la mamma. I bambini a scuola sono in un posto sicuro e socializzano meglio». «Sono tutte cose -continua la Finocchiaro- che noi in aula abbiamo detto, ma il ministro ha praticato un rigorosissimo silenzio ed una volontà cieca. E questi sono i risultati...».

Nel Pd per una volta non ci sono distinguo. «Le scelte delle famiglie parlano chiaro e sono una bocciatura a tutto campo delle politiche del governo sulla scuola ed una netta sfiducia dell’operato del ministro Gelmini», spiegano le deputate del Pd della Commissione Cultura Maria Coscia e Manuela Ghizzoni. «I nodi sono finalmente arrivati al pettine e adesso il ministro si trova ad un bivio. O dichiara esplicitamente l’impossibilità di soddisfare le richieste delle famiglie oppure deve fare marcia indietro sui tagli e rifinanziare la scuola pubblica. Altre vie non esistono». «Le scelte delle famiglie - concludono - sono state uno referendum spontaneo sulla riforma Gelmini e i genitori non hanno lasciato spazio a dubbi. La riforma è stata bocciata e il ministro ne dovrebbe trarre le conseguenze». «Ora il ministro Gelmini ci deve spiegare dove troverà le risorse per garantire la mensa, le 30 ore, nonché il tempo pieno che i genitori hanno scelto», dice Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione al Senato. «C’è solo un modo: ridurre i tagli. Oppure tali costi ricadranno sui Comuni già in difficoltà dopo il taglio dell’Ici».

Polemico l’Unicobas «Sul tempo pieno Berlusconi e Gelmini bluffavano spudoratamente, ovvero mentivano sapendo di mentire». «Tutti ricordano - insiste il segretario Stefano D’Errico - che al momento della discussione parlamentare della riforma e nei momenti topici delle lotte, premier e ministro si sono sperticati nel dire che il tempo pieno sarebbe cresciuto con l’impiego delle risorse liberate dai tagli». Ma «ora che sono stati rese note le cifre relative alle preferenze delle famiglie per il tempo scuola relativo al prossimo anno per la primaria il ministero stesso fa sapere che solo il 27% sarà autorizzato: ben 300 mila famiglie resteranno senza tempo pieno».

Dal Pdl grande silenzio. A difendere le scelte del governo si leva la voce del deputato Marco Marsilio: «Trovo surreale l’opera di mistificazione che sta portando avanti il Pd sul tema della scuola. Non c’è nessun referendum popolare e nessuna bocciatura nella scelta delle famiglie per il tempo pieno. Anzi, viene premiata l’idea di scuola voluta del centrodestra».


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