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Unità-Il ministro fa marcia indietro, ma ne inventa un'altra: vuole vendere le scuole

Rivolta contro il "pedaggio Siniscalco" Il ministro fa marcia indietro, ma ne inventa un'altra: vuole vendere le scuole Bianca Di Giovanni ROMA È bufera nella maggioranza sui ped...

06/10/2004
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l'Unità

Rivolta contro il "pedaggio Siniscalco"

Il ministro fa marcia indietro, ma ne inventa un'altra: vuole vendere le scuole

Bianca Di Giovanni

ROMA È bufera nella maggioranza sui pedaggi stradali previsti dalla Finanziaria. Il giorno dopo aver votato (sì) alla legge di bilancio, molti esponenti del centro-destra si accorgono di non essere d'accordo. "Siamo contrari, non passerà", dice Gianni Alemanno, mentre il capogruppo della Lega Alessandro Cè ammette: "Forse c'è stato un malinteso". Ops. Dai banchi dell'opposizione è un fuoco di fila.
Sta di fatto che l'iniziativa è talmente impopolare, che il Tesoro si affretta a modificare il tiro. Con piglio tremontiano, Via venti Settembre tira fuori un altro coniglio dal cappello: il pedaggio ombra. In ossequio a Gordon Brown, si cita l'autostrada tra Newcastle e Carlisle per spiegare che lo Stato vende a Infrastruture spa (Ispa), che è pure pubblica, 1.500 chilometri di strade e poi sempre lo Stato pagherà un pedaggio "in funzione del traffico effettivo". Un modo per remunerare il capitale preso in prestito dall'acquirente. Non pagano direttamente i cittadini, ma pagherebbe lo Stato (che per la verità è lo stesso). Il tutto per incassare subito tre miliardi e iscriverli nelle entrate, "rispendendoli" poi a rate annuali. Naturalmente quelle strade non saranno più direttamente statali, ma di un'altra società. Quresto è l'obiettivo più nascosto ma davvero importante per il centro-destra: restringere il perimetro statale. Stessa cosa si fa, ad esempio, per la difesa del suolo, che stando all'articolo 25 della Finanziaria il ministero dell'Ambiente deve dare in concessione ad un'altra società. A che serve a questo punto il ministero? E non è finita qui. Venduti (e riaffittati) i ministeri, vendute (e riaffittate) le strade, presto sarà la volta degli edifici scolastici. Uno studio del Tesoro, che probabilmente sarà trasformato in emendamento, prevede la cessione di immobili scolastici ad una società immobiliare, per un importo complessivo che varia da un minimo di due a un massimo di 6,5 miliardi. Il diktat resta: meno Stato. E neanche tanto mercato, visto che le società coinvolte sono pubbliche. "È tutto un maledetto imbroglio in stile tremontiano", dichiara Marigia Maulucci della Cgil.
Sui pedaggi, tuttavia, è messa a rischio la tenuta della maggioranza. Spara ad alzo zero la Lega, che stavolta (raro) usa l'ironia. "Voi l'avete capita la nota del Tesoro (sul pedaggio-ombra, ndr)? - chiede il presidente della commissione Bilancio Giancarlo Giorgetti - Io no". È sempre la Lega a mettersi di traverso anche sull'altro punto dolente della Finanziaria: il "tetto" (che è un taglio) del 2%. Giorgetti chiede che il ministro dia chiarimenti e dettagli sulle modifiche alle leggi apportate entro il 17 ottobre, data in cui la Finanziaria passerà dalla commissione all'Aula. Chiaro che il ministro prende tempo su questo punto, perché dal dettaglio si dimostreranno i tagli nascosti uno per uno. nella sua relazione al documento di bilancio Giorgetti giudica "aleatorie" molte coperture, avanzando anche dei dubbi sull'esatta portata della cosiddetta "golden rule" (regola d'oro), cioè proprio il "tetto". Scettici i tecnici della Camera anche sull'incasso dalla revisione degli studi di settore. Quando il ministro porterà il dettaglio delle voci in Parlamento (come richiesto da Casini su richiesta dell'opposizione) si capirà anche che "l'ormai famoso tetto del 2% sugli ottomila capitoli di spesa che compongono il bilancio dello Stato si applicherà anche a voci già decurtate con il "tagliaspese" del 35-50%".
A lanciare l'allarme è il capogruppo Ds in commissione Michele Ventura. Insomma, è un giro di vite su tutto, tanto che il presidente Confservizi Raffaele Morese esprime il timore che il "tetto" "può tradursi in un rincaro delle tariffe dei servizi pubblici". Più chiaro di così che si tratta di un taglio. Ancora nebbia fitta, invece, sulle coperture per finanziare gli sgravi fiscali. l'ultima voce che circola riguarda l'utilizzo dei flussi finanziari del Tfr, che sarebbe dirottato verso un fondo Inps. "Sarebbe uno scippo", commenta Beniamino Lapadula della Cgil.


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