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Unità-Il ministro contro i bambini

13.10.2003 Il ministro contro i bambini di Anna Serafini È cominciata alla Camera la discussione del disegno di legge più ostile verso una moderna cultura dell'infanzia e dell'adolescenza....

14/10/2003
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l'Unità

13.10.2003
Il ministro contro i bambini
di Anna Serafini

È cominciata alla Camera la discussione del disegno di legge più ostile verso una moderna cultura dell'infanzia e dell'adolescenza. È quello del ministro Castelli in materia di giustizia minorile che prevede l'abolizione dei Tribunali Minorili.

Perché usare un aggettivo come "ostile"? Perché non potrebbe essere definito diversamente un progetto che ha come sue finalità dichiarate quelle di rassicurare gli adulti e di porre sotto controllo la loro paura attraverso il controllo dei loro figli.

Chiunque lavori con i bambini, tutte le organizzazioni del Terzo Settore, il mondo delle professioni, gli operatori del diritto, ha definito adultocentrico quel progetto.

Quindi una visione adultocentrica, ostile verso le persone non maggiorenni, è il filo conduttore delle norme presentate dal governo di centro-destra.
La giustizia minorile, il diritto minorile non devono essere considerati neutri, toccano i valori di fondo di una comunità. Attraversano il diritto, la famiglia, il welfare e soprattutto sono saldamente intrecciati a come si pensa la vita, i bisogni e i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. E non devono essere considerati immobili. Hanno una storia recente, come recenti sono i primi diritti di cittadinanza dei bambini e degli adolescenti.

Le proposte di Castelli non sono neutre e modificano una parte della giustizia minorile. Ma la modifica non costituisce una riforma. All'opposto il disegno di legge presentato dal governo di centro-destra è una vera e propria controriforma, sia nella parte che modifica sia in quella che non modifica e che invece andrebbe modificata. Il suo asse va rinvenuto in una reazione restaurativa rispetto ai movimenti profondi di questi anni che hanno toccato il modo di concepire i diritti, l'esser genitori, il rapporto tra le famiglie e l'azione del welfare.

Una buona legge deve assecondare dei processi in atto. Una società, un paese saranno più forti se trovano le forme, anche quelle giuridiche perché ciò che si muove dal profondo si manifesti.

Ora, nell'ambito della giustizia minorile, del diritto minorile, dei tribunali minorili, qual'è il tratto distintivo di questo processo? È considerare persone i non maggiorenni. L'essere minorenni non significa non avere diritti. Semmai l'essere minorenni fa scattare l'altro concetto: "l'interesse preminente del minore", cardine della carta Onu dell'89. E quindi "l'interesse preminente" dei bambini e degli adolescenti consiste nell'essere considerati soggetti portatori di diritti, persone a tutti gli effetti, che si trovano ad un certo stadio della propria evoluzione. Tale concetto comporta una tutela non più paternalistico- autoritaria, bensì all'opposto sempre più connessa al termine garanzia: garanzia dei diritti della persona in età evolutiva e tutela della personalità in formazione con strumenti per il sostegno, la promozione e il recupero di chi è in difficoltà.

Qualche giorno fa in una trasmissione radiofonica mi sono trovata a svolgere una considerazione su ciò che maggiormente mi aveva colpito del modo in cui molti, a partire dalla tv, avevano trattato i "fatti" di Cogne e quelli di Erika ed Omar. Tanti servizi, tanto buco della serratura, e di rimando molto vuoto. Un circuito di paure e ansie che sono state riprodotte a dismisura senza offrire la possibilità di capirle ed elaborarle.. Gli autori sono rimasti impressionati dalle molte telefonate che sono arrivate.

In quel clima è sorto il disegno di legge Castelli che ha ulteriormente ingigantito e usato le inquietudini. Tutti i problemi per il centro-destra sono apparsi legati ad una cultura lassista dei diritti: allora, l'ordine, una concezione della famiglia chiusa, gerarchica, l'ansia repressiva, l'estromissione di tutto ciò che riguarda il welfare.

Ora, siccome la criminalità dei più giovani non è aumentata (dalle 37.047 denunce contro minorenni del 1991 si è scesi alle 31.181 del 1998), mentre è molta quella contro i bambini, è evidente che il centro-destra vuole colpire, arrestare quel processo in cui si riconosce la personalità dei ragazzi e in cui si vuole una famiglia non gerarchica e non sola.

Il centro-sinistra e i Ds, di questo sono stati consapevoli fin da subito. Con gli emendamenti presentati - molti unitariamente e con testi alternativi-hanno sviluppato ulteriormente il nesso tutela-garanzia su un terreno dei diritti più avanzato.

I tribunali dei minori e il loro lavoro autonomo e interdisciplinare sono nati e si sono evoluti insieme al diritto minorile e ad una moderna cultura dell'infanzia e dell'adolescenza.

Oggi proprio con loro, a partire dal loro insostituibile patrimonio, frutto di un legame tra togati e giudici onorari, tra servizi sociali territoriali e esperti del settore -assistenti sociali, psicologi, sociologi, criminologi, pediatri, psichiatri ed educatori- è possibile un ulteriore passo avanti nel processo riformatore che includa la Carta di Strasburgo, le norme del giusto processo e la riforma dell'ordinamento penitenziario minorile.

La Consulta Ds infanzia e adolescenza "Gianni Rodari", nata due anni fa anche per contrastare il progetto Castelli, curerà con l'Unità il prossimo -il terzo!- libro che sarà proprio dedicato alla giustizia minorile.

C'è bisogno di una battaglia politica e culturale. Noi abbiamo intenzione di combatterla. La sinistra deve la sua identità ad alcuni valori di fondo. Il primo è che gli esseri umani non sono proprietà di nessuno, neanche quando hanno pochi anni, qualche anno. Sono persone, sempre.


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