Unità: Il grande freddo tra Prodi ed Epifani
Il segretario della Cgil «deluso» dalla lettera del premier. Ma la Cisl apprezza la linea dell’esecutivo
di Marco Tedeschi / Milano
CONTRASTI La lettera di Romano Prodi («Caro Epifani, l’accordo va firmato per intero...») non è piaciuta al destinatario e alla Cgil tutta e lo scambio espistolare tra il capo del governo e il segretario generale della Cgil continuerà, ci si augura in toni meno
gelidi rispetto a quelli che si sono fin qui manifestati. La prossima missiva sarà di quest’ultimo, che non firmerà il famoso e contestato protocollo d’intesa su lavoro, welfare e previdenza, ma spiegherà il consenso (e il dissenso) suo e dell’organizzazione per iscritto, dettagliando dunque, per quanto sarà possibile, i punti critici. Così come farà Confindustria. Mentre Angeletti ha già firmato per la Uil e Bonanni si appresta a farlo.
Guglielmo Epifani non ha commentato pubblicamente la risposta di Prodi. Ma si sa della sua insoddisfazione, perchè il capo del governo non avrebbe risposto agli interrogativi posti e alla contestazione che continua a riguardare soprattutto il pacchetto lavoro e quindi il cambiamento di alcune “voci” della legge 30 e la decisione di «azzerare ogni contribuzione aggiuntiva sullo straordinario». Una «risposta ecumenica quella di Prodi», avrebbe giudicato il sindacato di Corso d’Italia. Epifani aveva accusato l’esecutivo di aver cambiato, a sorpresa, pochi minuti prima dell'incontro con il sindacato, il testo del protocollo d’intesa. Con una conclusione: la Cgil si intende libera di agire in ogni sede e modo per modificare quei punti contestati, alcuni dei quali rappresenterebbero una vera «aberrazione». Non è rottura, non è scontro, ma è un accentuare il ruolo tutt’altro che accomodante, tutt’altro che “passivo” del primo sindacato italiano.
La posizione di Epifani, raccolta dal Comitato direttivo della Cgil di lunedì scorso dopo un’estenuante discusssione, ha incontrato un consenso diffuso nell’organizzazione, come ha sintetizzato il segretario confederale Carla Cantone: «Il dibattito e le conclusioni dei direttivi e degli attivi territoriali confederali, nell'apprezzare le valutazioni e le argomentazioni politiche di merito e metodo avanzate dal segretario generale Guglielmo Epifani a nome della maggioranza della Segreteria nazionale, hanno sottolineato la irrinunciabile necessità di avviare unitariamente la più ampia consultazione certificata e vincolante dei lavoratori e dei pensionati». Cioè, da quasi tutte le regioni e dai capoluoghi più importanti, dal Piemonte alla Sardegna, da Milano a Palermo, è giunto appoggio alla linea di Epifani. Ma nella stessa Cgil sono apparse posizioni di dissenso radicali, dalla Fiom di Rinaldini in particolare e non solo dalla Fiom: ancora ieri la segreteria dei metalmeccanici di Brescia si esprimeva nel segno della forte contrarietà ai contenuti dell’intesa.
Diverso l’atteggiamento di Uil e Cisl. Luigi Angeletti, segretario della Uil, dopo la firma, ha confermato un «giudizio complessivamente positivo». Ma ha anche ricordato che l'ultima parola spetta comunque ai lavoratori: «Il loro giudizio sarà vincolante». Bonanni, segretario della Cisl, ha apprezzato la lettera di Prodi e l’ha definita un intervento «appropriato, puntuale ed efficace». Anche Bonanni ha rinviato il giudizio definitivo alla consultazione con i lavorator, «sulla base - ha puntualizzato - delle risposte del protocollo del Governo al documento unitario di Cgil, Cisl e Uil di febbraio, testo nel quale però, proprio per mantenere l'unità tra i sindacati, non venivano menzionati nè la legge 30 (la legge Biagi, ndr) nè la possibile revisione dell'accordo del 1993».