Unità: Il governo tenta di disinnescare lo sciopero degli statali
I sindacati: si tratta solo di rispettare l’accordo, perché hanno cambiato idea?
Il premier: possibile una soluzione a breve. I sindacati: si tratta solo di rispettare l’accordo, perché hanno cambiato idea? di Laura Matteucci
Corsa contro il tempo per scongiurare lo sciopero annunciato. Il governo apre sulle risorse da destinare al rinnovo contrattuale per gli statali, che hanno deciso uno sciopero per il primo giugno (4 giugno i lavoratori della scuola) come protesta contro la mancata applicazione degli accordi. Lunedì o martedì il governo convocherà i sindacati, come ha annunciato il ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, che nel frattempo ha inviato la direttiva in materia all’Aran.
Lo sciopero, peraltro, rischia di essere dichiarato irregolare dalla Commissione di garanzia: ricade infatti nel periodo di «franchigia» elettorale a ridosso del voto delle amministrative, periodo che va dal 22 maggio al 2 giugno.
I sindacati non intendono comunque cedere, e la Cisl parla di sciopero inevitabile, dopo che il governo ha rimesso in discussione gli impegni presi sugli aumenti salariali da 101 euro mensili e sulla disponibilità alla contrattazione integrativa.
Secondo l’intesa governo-sindacati siglata il 5 aprile scorso, l’aumento previsto non potrebbe essere inferiore ai 101 euro. Un importo che il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa vorrebbe invece rimettere in discussione.
Altro punto critico sono, poi, anche i fondi per la contrattazione integrativa.
Da Trieste, il premier Romano Prodi rassicura sul fatto che una soluzione potrebbe essere trovata in breve tempo: la differenza delle posizioni, infatti, è «molto limitata», dice, e quindi l’accordo sotto l’aspetto economico «non è così lontano come qualcuno può pensare, ci sono ancora degli aspetti da definire». Insomma, per gli statali la situazione «è molto più avanzata rispetto alle pensioni», dice sempre Prodi.
Ma il sindacato non sembra nemmeno disponibile a nuovi incontri: «Non si capisce perchè il governo abbia difficoltà a chiudere il contratto - dice il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - visto che ha sottoscritto un accordo con noi, quindi si tratta di rispettarlo». «Tocca al governo - continua Epifani - spiegare perchè ha cambiato idea, da una settimana all’altra, o da un mese all’altro». Con questa mancanza di chiarezza si spiega lo sciopero, anche se per i sindacati, aggiunge Epifani, «resta essenziale l’obiettivo di dare un contratto a lavoratori che lo aspettano da quindici mesi, senza dimenticarci quei lavoratori del settore privato che, come gli artigiani tessili, aspettano il contratto da due anni».
E Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil con delega al pubblico impiego, rincara la dose e sintetizza: «Abbiamo sopportato come Giobbe che si inviasse all’Aran la prima direttiva. Ora basta con gli incontri, vogliamo solo i contratti».