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Unità-Il governo convoca i sindacati. In assenza di novità confermato lo sciopero di venerdì

Pubblico impiego, forse si tratta Il governo convoca i sindacati. In assenza di novità confermato lo sciopero di venerdì Laura Matteucci MILANO Prima convocazione per i sindacat...

15/03/2005
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l'Unità

Pubblico impiego, forse si tratta

Il governo convoca i sindacati. In assenza di novità confermato lo sciopero di venerdì

Laura Matteucci

MILANO Prima convocazione per i sindacati a Palazzo Chigi sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. È per oggi pomeriggio con il ministro al Welfare Maroni (guarda caso, a tre giorni dallo sciopero generale della categoria) l'incontro che le parti sociali chiedono già dal giugno scorso. "Un fatto positivo. Il frutto della mobilitazione dei lavoratori. Ma mi auguro che sia un incontro vero, più serio degli ultimi che abbiamo avuto", dice Carlo Podda, segretario generale della Funzione pubblica Cgil. Il che, tradotto, significa che il governo deve decidere di superare i tetti di aumento salariale già proposti, e già rifiutati dai sindacati. In realtà, il governo pare intenzionato a partire dal 4,31% di aumento contrattuale previsto dalla Finanziaria per poi aprire la trattativa.
Resta fisso l'appuntamento di venerdì, sciopero e manifestazione nazionale a Roma. "Si può evitare solo con un accordo quadro - dice ancora Podda - che dia garanzie precise e consenta di aprire i tavoli di trattativa".
Dopo lo scomposto teatrino elettorale di questi giorni, con la Lega inchiodata ad aumenti contrattuali non oltre il 3,7%, e An e Udc dichiaratasi disposti ad andare oltre il 5,1% messo sul tavolo da Fini nell'ottobre scorso, nel corso del vertice interministeriale di ieri sera il governo pare aver trovato una posizione perlomeno univoca. "Siamo in linea come governo", dice il ministro per la Funzione pubblica Mario Baccini. Ma sarebbero stati trattati solo aspetti tecnici e di metodo, e nessun serio passo avanti sarebbe stato compiuto circa il nodo della questione, la portata degli aumenti retributivi. I sindacati chiedono l'8%, e hanno già respinto l'offerta del 5,1%.
Quel che è certo, è che dalla Ragioneria continuano a lamentare di non avere risorse disponibili. E l'ineffabile Maroni (che nega lo scontro strumentale con An sull'argomento) conferma: "Partiamo da un dato di fatto che sono le risorse messe a disposizione in Finanziaria, su cui c'è già stata una discussione". "Se qualcuno vuole aumentare le risorse ci dica come - informa - certamente non lo si può fare con una sanatoria o un condono previdenziale, né aumentando la pressione fiscale". Non fa ben sperare nemmeno la dichiarazione resa nel frattempo dal sottosegretario all'Economia Daniele Molgora, che parla di aumenti nei "limiti del tetto di spesa" fissato dalla Finanziaria e con "differenziazioni territoriali". Buttiglione, in compenso, la butta in blandizie: "Per gli statali bisogna fare un buon contratto - dice - Non possono essere considerati la palla al piede del paese. Sono una delle gambe su cui cammina il paese".
Morale: "Vedremo cosa ci propone il governo, le nostre richieste sono quelle di sempre, ma siamo in ogni momento aperti al confronto negoziale - sottolinea Nino Sorgi, segretario confederale della Cisl - È iniziata una tappa, tutto dipende dalla sensibilità del governo".
Che qualcosa si fosse mosso, proprio nella settimana dello sciopero, era evidente già con il vertice interministeriale di ieri (oltre a Baccini, presenti il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, i ministri dell'Economia Siniscalco, del Welfare Maroni, il vicepresidente del Consiglio Fini). "Spero che l'incontro non sia solo una tattica rispetto allo sciopero indetto per venerdì - aveva commentato il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - Mi viene anche questo sospetto, dopo tanti mesi si può anche pensare male. Se è così, lo scopriremo presto". Del resto, continuava il leader della Cgil, "non era mai avvenuto prima che non fosse stato ancora nemmeno aperto il tavolo".
È a buon punto, intanto, l'organizzazione per la manifestazione nazionale di venerdì a Roma, per la quale sono attese circa 200mila dipendenti pubblici da tutta Italia. Treni speciali partiranno dalla Sicilia, dal Veneto, dall'Emilia-Romagna, e saranno messi a disposizione dei manifestanti centinaia di pullman. Il corteo (che si preannuncia molto colorato) partirà intorno alle 10 da piazza della Repubblica, per seguire poi il percorso classico di via Cavour, via Merulana, via Emanuele Filiberto e chiudere in piazza San Giovanni con i comizi dei tre segretari confederali.


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