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Unità: Il bosco dei frassini in fiore

di Silvano Agosti

13/05/2006
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l'Unità

Per qualche istante mi è accaduto di incontrare l’abisso dell’immaginazione. Sto osservando straordinari disegni di bambini all’interno del Museo d’Arte Infantile. L’immagine di un drago volante, così ben definita da far chinare il capo, nel timore che, attraverso lo sguardo, il misterioso drago ti voli nella mente, un’Alice nel Paese delle Meraviglie, tutta costruita con carta velina di diversi colori, in perfetta armonia. Si direbbe che respiri. «Sembra vera» dice una vocetta dietro a me. Mi giro e vedo una bimba che sorride. «Mi chiamo Giada». «Ciao Giada. Quanti anni hai?» «Cinque anni. Sono brava anch’io a disegnare, però adesso ti saluto perché devo tornare da mia mamma. Ciao». Se ne va senza voltarsi, salterellando. Proseguo ad ammirare i disegni dei bambini e mi torna alla mente la frase di Picasso «Ho impiegato tutta la vita per imparare a disegnare come i bambini». Guardo rapito un gruppo di spadaccini dipinti da un bimbo di otto anni. Incredibile il dinamismo del gruppo, par di udire il rumore delle spade. «Sembra proprio che facciano i duelli». Mi giro e rivedo la bimba. «Ciao Giada, sei tornata». «Non sono Giada, mi chiamo Beatrice. Tu hai conosciuto la mia sorella. Siamo gemelle. Così uguali che a casa per distinguerci a una delle due mettono il fiocchetto». «Ah, ma allora siete proprio identiche». «Certo, però siamo anche diverse». «Cioè?» «A Giada piacciono i dolci e a me i salati. A me piace tutto il contrario di quello che piace a lei. Uh il piano». Si siede al pianoforte. «Beh, dice la bambina non sono una genia, ma so suonare». Così dicendo appoggia le piccole dita a caso sulla tastiera, producendo suoni gentili ma sconnessi. «Giada non è brava come me a suonare, ma gioca bene a pallone. Giada ha molti fidanzati, io nessuno». Beatrice riprende a suonare e per caso dalle sue dita smarrite, esce una melodia gentile. Ha le stesse scarpe della sorella, le manca un dentino come a lei. Mi rendo conto che Beatrice e Giada forse sono la stessa bambina. «Beatrice. Vai a chiamare tua sorella, mi piacerebbe vedervi insieme». «Non c’è adesso, è andata nel bosco dei frassini in fiore». «Nel bosco dei frassini in fiore? E dove si trova?» «Io non lo so, lo sa Giada. In quel bosco si possono pensare i desideri e dopo si avverano». «E tu che desiderio vorresti pensare nel bosco dei frassini in fiore?» Beatrice dedica al suo desiderio un magnifico arpeggio, scorrendo le dita capovolte sulla tastiera. «Mi piacerebbe avere davvero una gemella, che si chiamasse Giada». Peccato, ormai ero convinto che la gemella esistesse veramente.

silvanoagosti@tiscali.it


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