Unità-Il bisturi della signora Letizia sulla scuola media
Il bisturi della signora Letizia sulla scuola media ROMA La fobia del bello ad ogni costo ha messo a dieta anche la pubblica istruzione. Nel bilancio e nella formazione. Per troppi anni la scuol...
Il bisturi della signora Letizia sulla scuola media
ROMA La fobia del bello ad ogni costo ha messo a dieta anche la pubblica istruzione. Nel bilancio e nella formazione. Per troppi anni la scuola italiana si era concessa il lusso di aggirarsi per il Belpaese panciuta e grassa da far venire i brividi anche il più ostinato spasimante. Forse perchè il centrosinistra all'epoca continuava a rinpinzarla, giorno dopo giorno, con un monte ore di didattica che alle scuole elementari arrivava fino a 40 settimanali (come lo ricordano gli articoli 129 e 130 del decreto legislativo 297/94). Ma brindato al nuovo millennio e compiutasi l'ascesa al governo della Casa delle Libertà ci si è messa subito una pezza. È il 2001 e con Berlusconi come premier e Letizia Moratti al timone del Miur si annuncia la controriforma. Approvata il 28 marzo scorso la legge delega n. 53 e licenziato a fine gennaio di quest'anno il primo decreto attuativo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, il pasticcio è fatto. La scuola ha avuto il suo lifting. A partire dal lessico. Svecchiata nella terminologia, che ha deciso di mettere in cantina le usurate scuola meterna, elementare e media, è altresì dimagrita quel tanto che basta a renderla attraente e agilmente flessibile proprio come la voleva la maggioranza. Un tocco all'italiano, uno all'inglese, una sbarbatina alla matematica e un ripassino alla storia ed ecco una scuola in forma smagliante. Ma il bisturi di viale Trastevere non c'è andato molto di fino. I primi esploratori de "La scuola che cresce proprio come te" cosa si troveranno di fronte il prossimo anno, all'ingresso nella new style secondaria di primo grado? Tanto per cominciare tre ore di lezione in meno a settimana (passate da 30 a 27) e tanti bocconcini di un po' di tutto con annesso Portfolio "che parlerà di te non solamente come alunno, ma come anche come persona". E poi? Ecco la rivoluzione versione Moratti. Le innovazioni caposaldo del decreto propagandate dal ministro a gran voce via cavo e a mezzo stampa appaiono come chimere nella notte. L'introduzione dello studio di una seconda lingua comunitaria (francese, tedesco o spagnolo) si è aggiudicata un modico segno + nel bilancio settimanale dello studente. Un più che consiste di sole due ore, sufficienti, però, a far stringere la cinghia ad altre materie. In primis all'inglese che perde di colpo, rispetto all'attuale strutturazione, 1 ora e 22 minuti di lezione a settimana. E visto il taglio compiuto su quella lingua che ci doveva avvicinare all'Europa, possiamo immaginarci cosa sia successo al resto. Isolando la religione e le scienze, mosche bianche che non hanno subito deturpazioni, il termometro dell'istruzione è tutto concentrato al di sotto dello zero. Se qualcuno, un po' come San Tommaso, non ci volesse credere andiamo di numeri: italiano meno 52 minuti, storia meno 11, geografia meno 29, matematica meno 8, Arte meno 11, musica meno 11, scienze motorie meno 11 e la tartassata tecnologia (ex educazione tecnica) addirittura meno due ore.
Chiara Martelli