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Unità-I sogni concreti del nuovo movimento studentesco

Samuele Mascarin* Fausto Raciti** Dopo un paio d'anni di sostanziale silenzio, il movimento degli studenti è tornato a far sentire con forza la sua voce: il 12 ottobre riempiendo le piazze ...

17/11/2005
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l'Unità

Samuele Mascarin*
Fausto Raciti**

Dopo un paio d'anni di sostanziale silenzio, il movimento degli studenti è tornato a far sentire con forza la sua voce: il 12 ottobre riempiendo le piazze di sessanta città italiane con 250mila studenti medi, il 25 ottobre le strade di Roma con 100 mila studenti universitari che - contemporaneamente all'approvazione definitiva della Riforma Moratti da parte del Parlamento - hanno ribadito il proprio no all'impianto di riforme scolastiche e universitarie imposto dal Governo Berlusconi. E lo hanno fatto - per la prima volta dopo tanti anni - con una piattaforma di mobilitazione che ha visto insieme, pur nella pluralità delle posizioni, tutte le realtà studentesche di carattere politico e sindacale che fanno riferimento all'area progressista. Ma la grande novità in assoluto è stata soprattutto che nell'arco di pochi giorni da Roma a Milano, da Bologna a Napoli, da Firenze a Palermo gli studenti italiani hanno pacificamente invaso strade e piazze, non solo per testimoniare ancora una volta la propria contrarietà alle politiche del centrodestra ed in particolare a una riforma che negli ultimi quattro anni ha smantellato la scuola e l'università pubbliche giorno dopo giorno, ma anche per presentare e rilanciare al Paese e alle forze progressiste candidate al suo governo, nuove istanze e reali bisogni. Non deve infatti sfuggire che con le loro concrete proposte (dal ripristino immediato dell'obbligo scolastico ai 16 anni - inteso come strumento efficace per cancellare la canalizzazione precoce e con essa l'idea berlusconiana di una scuola di serie A e una di serie B - all'applicazione di serie politiche per garantire quel diritto allo studio che oggi non è per tutte e per tutti) gli studenti hanno sostanzialmente presentato il proprio contributo - frutto di passione civile certo ma anche di elaborazione politica - al programma di un sempre più probabile governo di centrosinistra.
Non è del resto un caso che il giorno dopo la grande mobilitazione degli studenti medi Romano Prodi abbia pubblicamente incontrato le ragazze e i ragazzi della Sinistra giovanile e del network Studenti di Sinistra e abbia da loro ricevuto - di fronte a una piazza giovane e affollata - la piattaforma per la quale il giorno prima 250mila studenti avevano manifestato.
E non è neppure un caso che per oggi 17 novembre gli studenti medi e universitari abbiano rilanciato - e la Sinistra giovanile e Studenti di Sinistra con loro - una grande giornata di mobilitazione che consenta non solo di portare a sintesi i diversi percorsi di lotta - che oggi ci vedono impegnati tanto nelle scuole quanto nelle facoltà occupate e autogestite - ma anche per fare emergere con ancor più forza e chiarezza una richiesta, che è al tempo stesso una sfida rivolta a tutte le forze progressiste: fare del sapere e del rilancio del sistema dell'istruzione il tema centrale del programma di governo de l'Unione. Perché la nostra scuola ha assolutamente bisogno di una riforma. Ma una riforma vera, che sia condivisa con chi nella scuola vive e lavora ogni giorno, che rilanci la scuola pubblica e la sua dimensione laica e inclusiva, che crei nuove opportunità per tutte e per tutti, che investa sull'innovazione e la valorizzazione dei nuovi saperi.
Una scuola - e un'università - che gli studenti in questi anni hanno sognato e che oggi sono pronti a costruire, anche con il voto. Insieme a chi saprà trasformare quei legittimi sogni in concreta realtà.
*Responsabile Scuola
Sinistra Giovanile
** Portavoce nazionale
Studenti di Sinistra


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