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Unità: I sindacati in allarme: ora la svolta con politiche di sostegno ai redditi

Il Paese non cresce, i sindacati chiamano in causa il governo

09/08/2008
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

GLI ERRORI Il Paese non cresce, i sindacati chiamano in causa il governo. È ora di intervenire a sostegno dei redditi e degli investimenti, dicono, non si può
attendere. L’indice è puntato contro la manovra economica appena approvata, un’occasione persa, visto che è fatta soltanto di tagli alla spesa con una redistribuzione quasi nulla e investimenti fantasma. La rotta va invertita e, almeno la Cgil, è pronta alla mobilitazione se Palazzo Chigi dovesse restare indifferente alle condizioni dei lavoratori e dei pensionati.
I dati diffusi ieri dall’Istat sul Pil fanno il paio con quelli diffusi a fine luglio sull’inflazione. Bassissimo il primo, alta la seconda: tecnicamente si chiama stagflazione, un combinato micidiale alla luce del quale «qualsiasi patto basato sulla speranza di crescita è impraticabile», è la conclusione cui arriva Agostino Megale segretario confederale della Cgil. Megale si riferisce al patto prospettato dall’esecutivo nell’ultimo incontro con le parti sociali, il ministro Tremonti è stato chiaro in quell’occasione, un'eventuale «maggiore ricchezza sarà distribuita con scelte condivise con le parti sociali». Crescita eventuale, appunto. «La crescita non si spera, ma si sostiene - continua Megale -. Vanno, dunque, sostenuti redditi e consumi, poiché, con un’inflazione ormai sopra il 4%, i consumi calano, con generi alimentari ed energia che colpiscono pesantemente le tasche dei cittadini più deboli».
Alla crisi concorrono anche fattori internazionali, ma è fuor di dubbio che nell’area Ocse l’Italia è messa peggio di altri con l'industria che continua a perdere colpi «il che fa prevedere un autunno ancora più difficile, in cui sarà necessaria la mobilitazione unitaria del sindacato per tutelare i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie». Per la Cgil il governo ha sbagliato manovra e quantomeno dovrebbe fare «autocritica» e correggersi cominciando col restituire a lavoratori e pensionati il fiscal drag (362 euro medi) oppure aumentando le detrazioni. Ma il ministro dell’Economia non ci pensa neppure. Anche dalla Cisl arrivano critiche, la politica economica «non può più limitarsi al pur necessario controllo dei conti pubblici, ma deve attuare politiche di sostegno allo sviluppo, che abbiano la forza di contrastare il ciclo economico recessivo», osserva il segretario confederale Giorgio Santini. Infrastrutture, investimenti energetici, risorse per il Sud, un piano di rilancio dell'istruzione, dell'innovazione e della ricerca per aumentare la qualità del sistema». In parallelo «devono essere meglio difesi i redditi dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie, con il deciso contrasto da parte del governo dell’inflazione». È preoccupata anche Renata Polverini, leader dell’Ugl «serve una sterzata in favore dello sviluppo», afferma.
L’aumento del costo della vita è l’altro fattore che potrebbe accendere il prossimo autunno. Il confronto tra Confindustria e sindacati sulla riforma del modello contrattuale è infatti bloccato dalle divisioni su come calcolare l’inflazione su cui rinnovare i contratti. I sindacati vogliono che sia la più alta possibile in modo che anche per questa via i redditi possano essere sostenuti. Le imprese chiedono che il nuovo indice sia depurato dall’inflazione importata per l’energia. Un intervento del governo a sostegno dei redditi o a contenimento del costo della vita potrebbe aiutare anche questo tavolo . Per il momento c’è una manovra sbagliata e una finanziaria che si annuncia blindata.


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