Unità: I sindacati: «Bene lo sviluppo, ma c’è poco per i lavoratori dipendenti»
Per Cgil, Cisl e Uil ci sono «luci e ombre». Epifani: «Gli investimenti vanno nella direzione giusta ma sono incomprensibili i tagli alla scuola»
di Felicia Masocco
Per i sindacati la partita sul fisco più leggero per il lavoro dipendente «è ancora aperta». Poche ore dopo il varo della manovra economica Cgil, Cisl e Uil danno un giudizio articolato, parlano di «luci e ombre» e il neo più evidente sta proprio nell’assenza di misure fiscali dirette per il mondo che rappresentano. Su questo punto le voci delle tre sigle convergono. Così come le categorie dei lavoratori pubblici esprimono all’unisono sorpresa per non aver sentito parlare della copertura necessaria al rinnovo dei contratti per 3 milioni e mezzo di persone. «Deve esserci un evidente errore di comunicazione del governo» dicono i segretari di Fp-Cgil, Fps-Cisl e Uilpa, che annunciano per domani un incontro con i leader delle confederazioni. Continua poi a far discutere la scelta del governo di stralciare dalla Finanziaria il protocollo sul welfare, opzione che trova il netto dissenso della Cisl, ma anche in Cgil le preoccupazioni non mancano.
Ombre, dunque, ma anche luci. «La Finanziaria va nel verso giusto per quel che riguarda gli investimenti, che danno il segno di un nuovo sviluppo», osserva Guglielmo Epifani. «Malgrado tagli incomprensibili per alcuni settori come la scuola», gli investimenti per infrastrutture servono alla crescita, «ma proprio ai fini di una ripresa, sarebbero stati necessari interventi fiscali a favore del lavoro dipendente di cui non c’è traccia e che si possono prevedere rivedendo la tassazione sulle rendite finanziarie», insiste il leader della Cgil. La Uil apprezza le misure per gli incapienti e l’impegno a ridurre le tasse continuando la lotta all’evasione fiscale, «ma -aggiunge per la segreteria Domenico Proietti- il recupero dell’evasione serva ad abbassare le tasse a chi le paga già».
Più critici i toni della Cisl. Tanto il numero uno Raffaele Bonanni quanto il segretario generale aggiunto Pierpaolo Baretta, non nascondono insoddisfazione. «È una Finanziaria molto confusa che viene incontro più alle esigenze dei partiti di maggioranza che a quelle della gente», afferma Bonanni, «ci sono più ombre che luci». Ci sono «timidi ma ancora insufficienti interventi di redistribuzione del carico fiscale» come l’Ici, gli affitti, le misure per gli incapienti, ma non c’è «un disegno organico di sviluppo e una vera riforma fiscale nel segno dell’equità».
Sul giudizio cislino pesa lo «storno» in un collegato del protocollo sul welfare. «È un atto esplicito di sfiducia nei confronti della concertazione, del ruolo del sindacato e della funzione negoziale del governo. Insomma, davvero un grave errore».
Non è d’accordo e si dice preoccupata anche la segretaria confederale della Cgil Marigia Maulucci. «È materia di accordo sindacale, non è giusto farne merce di scambio con la sinistra radicale - spiega -. Il Parlamento è sovrano, ma il governo l’ha firmato e deve essere garante». Nel merito, la sindacalista teme che lo strumento del collegato esponga l’accordo all’incertezza dei tempi e della instabilità della maggioranza. «Mi preoccupa in particolare la previdenza - spiega - non sono convinta che un pasticcio parlamentare possa migliorarla. Penso piuttosto che possa rifarsi avanti quella maggioranza trasversale che punta all’aumento dell’età pensionabile, in generale, e in particolare per le donne. Non vorrei che restasse lo scalone. Sarebbe meglio che il protocollo venisse blindato».