Unità-I milioni per l'Università: ci sono, anzi no, anzi forse
fondi: erano necessari 600 milioni, il governo ne annuncia 300, forse sono 438. Comunque non bastano nemmeno per gli stipendi I milioni per l'Università: ci sono, anzi no, anzi forse Emanuele...
fondi: erano necessari 600 milioni, il governo ne annuncia 300, forse sono 438. Comunque non bastano nemmeno per gli stipendi
I milioni per l'Università: ci sono, anzi no, anzi forse
Emanuele Perugini
ROMA Pochi soldi e nessuna certezza. L'accordo raggiunto dalla Moratti la notte scorsa in sede di consiglio dei Ministri rischia di non garantire comunque la copertura degli aumenti di spesa determinati dal rinnovo dei contratti dei docenti e del personale universitario. Mentre per gli altri istituti di ricerca, come il Cnr e l'Enea c'è il rischio di una vera e propria paralisi. Inoltre rimane il giallo del blocco delle assunzioni per il personale universitario.
Sono questi gli effetti che potrebbero avere sul mondo della ricerca italiana i tagli previsti dalla maggioranza per coprire la manovra fiscale. Effetti che ancora nessuno è in grado di prevedere con maggior precisione perché al momento non esiste alcun documento formale sul quale il Consiglio dei Ministri abbia fissato i numeri della nuova manovra finanziaria.
In attesa delle cifre ufficiali, che dovrebbero essere presentate in Parlamento non prima di lunedì prossimo, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), ha reso noti in un comunicato quelli che dovrebbero essere i contenuti dell'accordo raggiunto tra la Moratti e il presidente del Consiglio. In soldoni si tratta di 438 milioni di euro, su 600 che erano inizialmente previsti (altre fonti indicano però la cifra di soli 300 milioni di euro) e lo sblocco delle assunzioni. Cifre che hanno spinto il presidente della Crui, Marco Tosi, a ringraziare pubblicamente la Moratti per "l'impegno dimostrato nella difesa degli interessi delle università".
Ma se ufficialmente Tosi ringrazia la Moratti, i singoli rettori non la vedono allo stesso modo del loro presidente. "Con quei soldi - spiega Marco Mancini, rettore dell'università "La Tuscia" di Viterbo - non ci paghiamo nemmeno gli aumenti degli stipendi voluti dallo stesso ministro per il rinnovo del contratto dei docenti e del personale universitario. I 600 milioni che erano stati inseriti in finanziaria servivano per coprire spese gia' avvenute. Ora per molti atenei sarà veramente difficile far quadrare i conti. Quei milioni che mancano sono una vera voragine. Siamo già costretti a fare bilanci lacrime e sangue, ora saremo costretti a tagliare sulla didattica, sulla ricerca e sui servizi".
Ma a far imbufalire i rettori è il continuo balletto di cifre che circola in questi giorni. "Ogni volta è sempre la stessa storia, siamo costretti a chiudere l'anno con il cardiopalma nella speranza che le casse delle università non vengano saccheggiate dal mercato della finanziaria. Non è possibile andare avanti in questa maniera", ha spiegato il rettore dell'ateneo viterbese.
"I 600 milioni di euro - ha spiegato la responsabile dei Ds per l'università, Flaminia Saccà - servono per le assunzioni per il personale che ha vinto i concorsi. Ora scopriamo che quei soldi non ci sono più solo sulla base di semplici dichiarazioni. Inoltre non esiste nessun pezzo di carta che confermi i numeri indicati da Tosi. Basta con il balletto delle cifre, l'università italiana ha bisogno di impegni concreti".
Ma se intorno alle Università sembra che le acque si stiano muovendo, nessun segnale arriva invece dall'altro versante del mondo della ricerca, quello dei grandi enti, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'Enea la cui situazione rischia di diventare sempre più critica. "I fondi assegnati dalla finanziaria - ha spiegato Guglielmo Festa, responsabile Cgil per la ricerca - non sono sufficienti né a coprire i progetti di ricerca avviati e nemmeno la spesa corrente".