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Unità: I debiti milionari e la Gelmini affondano l’Università di Siena

Il buco dell’Università di Siena ammonta a 110 milioni, e poi c’è lo scoperto da 35 milioni sul conto corrente

11/10/2008
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l'Unità

di Vladimiro Frulletti /

Il buco dell’Università di Siena ammonta a 110 milioni, e poi c’è lo scoperto da 35 milioni sul conto corrente. Ieri, per garantire gli stipendi a tutti i dipendenti almeno fino a dicembre, il cda ha dovuto fare una variazione di bilancio. La crisi dell’Università è stata uno choc per tutta la città. Ma è soprattutto un punto interrogativo sul futuro di uno degli atenei più antichi d’Italia (ha 768 anni) e che, fra le università medie (quelle sotto i 20mila studenti), è risultato al primo posto nella classifica elaborata dal Censis. Anche perché a su Siena, come sulle altre università italiane, si sta abbattendo la riforma targata Tremonti-Gelmini: meno soldi e meno personale.

Il rettore della Chiocciola Silvano Focardi, ordinario di Ecologia (ha guidato numerose spedizioni in Antartide), capitano della contrada della Chiocciola, è rettore (dopo un’elezione vinta al ballottaggio) da un paio d’anni. Ha preso il posto di Piero Tosi che si era dimesso dopo che la magistratura lo aveva sospeso dall’incarico per un’inchiesta su un concorso da ricercatore. Tosi ha governato a Siena per 12 anni lasciando in eredità un debito di più di 30 milioni. Fra il 2004 e il 2005 si erano scordati di pagare i contributi dei dipendenti all’Inpdap. Da qui l’intesa comprensiva di multa e interessi (ravvedimento oneroso) con l’istituto previdenziale. Tutto a posto? No. Nel 2006 e 2007, rettore Focardi, l’Università non paga di nuovo l’Inpdap e neppure l’Irap.

Milioni da trovare Il conto a oggi è di 90 milioni da dare all’Inpap e 20 per l’Irap (110 milioni che nel consuntivo 2007 comparivano addirittura come “residui passivi”). A cui poi vanno aggiunti i debiti con le banche e con la Cassa Depositi e Prestiti. Eppure a giugno il bilancio ufficiale era in pareggio. Salvo accorgersi, poi, che la cassa era vuota. E così (siamo a fine settembre) scoppia lo scandalo. Studenti e sindacati (anche ieri in piazza) chiedono a Focardi di dimettersi. Il rettore che due anni prima si era presentato come il “risanatore” va in procura. Non denuncia nessuno, lascia un promemoria. E nomina una commissione d’inchiesta interna. Che ieri al cda ha ufficializzato i primi numeri. Ma per andare a fondo servirà una società di revisione esterna. Già all’inizio del suo mandato Focardi incaricò una società esterna e poi fu nominato un gruppo di esperti interno all’università guidati da Andrea Monorchio (già ragioniere generale dello Stato). Di entrambe si sono perse le tracce. Dipendenti e gli studenti non si fidano più. Temono che il buco sia assai più profondo. A fianco dei debiti infatti nei bilanci sarebbero stati iscritti anche dei crediti non sono mai entrati. E che forse non entreranno mai, perché non più esigibili. Ma che tuttavia sono già stati spesi. «Non è pensabile che la stabilità della nostra Università possa essere messa in dubbio» fa sapere il sindaco (Pd) Maurizio Cenni che a Focardi ha chiesto piena trasparenza. E ieri a fine del Cda il rettore ha ribadito di voler portare Siena «fuori da questo periodo buio», ma promette anche cambiamenti «gestionali» struturali.

Il peso della Gelmini Siena infatti deve i conti (al ribasso) anche con le nuove misure del governo Berlusconi. I tagli al fondo di finanziamento ordinario, il blocco quasi totale del turn over (una assunzione ogni 5 che vanno in pensione), la stop alla regolarizzazione già previste dei precari e la possibilità di trasformare le università pubbliche in fondazioni private possono essere misure letali per Siena.

Lo spettro della fondazione O meglio per un’università pubblica a Siena. «È un fatto - spiega Marco Iacoboni della Flc-Cgil - che Focardi prima ha firmato un accordo con noi dove si dicevano alcune cose come il no alle fondazioni. Poi ha tolto la sua firma». Siena cavia per sperimentare la riforma Tremonti-Gelmini? Lo stop del turnover (112 posti in meno fino al 2014) ad esempio a Siena è già stato deciso. Porterà a un risparmio di gestione e quindi, come prevede la nuova normativa (e come temono i sindacati), alla possibilità di dare servizi in gestione esterna. C’è un buco da coprire, un fatto eccezionale su cui intervenire. E la Lega ha già chiesto al ministero di inviare propri ispettori. Lo strumento che ha il governo per aggirare l’autonomia universitaria. Un’inchiesta e poi il commissariamento. E infine l’università pubblica che diventa fondazione. Un ottimo affare per eventuali privati perché l’Ateneo ha sì dei debiti, ma anche un ingente patrimonio immobiliare. E mentre il Pd, col deputato Franco Ceccuzzi, si è subito detto contrario a qualsiasi commissario, c’è chi ha notato come il rettore sia da poco entrato in ottimi rapporti con Magna Charta, la Fondazione presieduta dal senatore Pdl Gaetano Quagliariello, e che fra i primi attestati di solidarietà ha incassato quelli di Forza Italia e di una lista civica vicina al centrodestra.


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