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Unità-I cattolici: le riforme fanno scempio della Costituzione

I cattolici: le riforme fanno scempio della Costituzione Allarme su modifiche istituzionali e conflitto d'interessi. L'apologo di Kierkegaard sul "potere del megafono" Roberto Monteforte ...

10/10/2004
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l'Unità

I cattolici: le riforme fanno scempio della Costituzione

Allarme su modifiche istituzionali e conflitto d'interessi. L'apologo di Kierkegaard sul "potere del megafono"

Roberto Monteforte

DALL'INVIATOBOLOGNA Gli applausi alla 44^ settimana sociale dei cattolici che si concluderà a oggi a Bologna non sono elargiti con facilità. Il tema è difficile. Sotto esame è la democrazia malata, sono i nuovi scenari e i nuovi poteri cui misurarsi per ridarle vigore attraverso la partecipazione. La platea di delegati è attenta ed esigente. Per questo gli applausi rappresentano un indicatore importante della sensibilità delle tante voci del "laicato cattolico" che si è dato appuntamento a Bologna. Se utilizziamo questo parametro allora possiamo ben dire che sul conflitto di interessi che grava sul nostro paese e sul tentativo di stravolgere la nostra Costituzione dall'altra, la sensibilità dei cattolici italiani è altissima. Vi è stato un applauso fragoroso e prolungato quando ieri mattina nella tavola rotonda dedicata a "Democrazia e Informazione" il sociologo Pietro Pisarra ha denunciato il "conflitto di interessi" come "la debolezza della democrazia italiana", pericolosa anche perché esportabile negli altri paesi. E applausi ancora più convinti ha avuto il docente di filosofia morale, Luigi Alici quando ha citato una "perla" del filosofo danese, Kierkegaard, un apologo scritto nel 1847 ma attualissimo. Si racconta del garzone di cucina e del capitano di una nave, il primo usa il megafono per i suoi annunci, il secondo no, e quando il garzone fa passare le informazioni del capitano attraverso il megafono, vengono completamente travisate.Alla fine - conclude Alici - "il garzone si impossessa del governo della nave, perché aveva il megafono". La platea ha ben colto la metafora di Alici e ha applaudito convinta. Non pare proprio che Berlusconi abbia molti fans tra i delegati alla 44^ Settima Sociale. Dagli interventi alla tavola rotonda di Alberto Abruzzese, Luigi Alici, Dario Antiseri, Francesco Casetti e Dino Boffo è emerso che deformazione dei fatti e manipolazione della realtà, forme diverse di censure, invadenza del mercato e un pluralismo fittizio sono realtà che mettono a rischio la stessa democrazia.
Ma non è solo questo il pericolo. Nel pomeriggio il giurista Franco Pizzetti ha denunciato il "clima" in cui si stanno decidendo le riforme costituzionali e lo "scempio" che si sta compiendo "in questi giorni alla Camera". La platea gli ha dedicato oltre due minuti di applausi. La denuncia del costituzionalista non la coglie impreparata. Alle spalle di queste "Settimane sociali" vi è un lungo lavoro di approfondimento e un "documento preparatorio" che indica in modo preciso i mali della nostra democrazia. La denuncia di Pizzetti è lucida e appassionata: chiede un "atteggiamento di rigetto senza riserve per quanto sta accadendo in questi giorni alla Camera". "Si sta cambiando la Costituzione - osserva preoccupato - in un clima di contrattazione permanente all'interno della medesima maggioranza". "La si sta cambiando - aggiunge - per tenere coesa una maggioranza che ha fatto di questo cambiamento addirittura un patto di governo" e "non per dare piena attuazione al disegno costituzionale originario, né per perseguire un altro, magari alternativo e diverso, progetto di ordinamento, ma solo per soddisfare i diversi componenti della maggioranza e per continuare a governare". Il giurista cattolico insiste tra gli applausi "Questo metodo, questo clima, questo modo di operare non è accettabile. Questo davvero offende la Costituzione e chi nella Costituzione crede, questo colpisce al cuore la nostra democrazia e la nostra cittadinanza". Per questo invita a "ribellarsi". "Non possiamo accettare - ha affermato -, che la nostra Costituzione, sulla quale si giura e per la quale si può essere chiamati ai sacrifici più alti, sia trattata dal governo e dalla maggioranza del Parlamento come essa è trattata in questi giorni e in queste ore alla Camera". Ecco una delle motivazioni per un rinnovato impegno dei cattolici in politica. Ma attraverso quali forme, quali strumenti organizzativi? È stato il tema affrontato dall'altra tavola rotonda del pomeriggio dedicata a partecipazione politica e valori. È stato il momento dei movimenti e delle associazioni di cattolici impegnati nella società civile: il presidente delle Acli Luigi Bobba, Mario Marazziti della Comunità di sant'Egidio, Edoardo Patriarca del Forum nazionale del terzo settore, Lucia Fronza Crepaz del Movimento politico per l'unità (ispirato dai focolarini), Luigi Marino, presidente di Confcoperative, Savino Pezzotta segretario generale della Cisl e Raffaello Vignali presidente della Compagnia delle opere. Idee diverse a confronto ma anche richiesta di un terreno comune di azione. Bobba ripropone la sua idea di una rete che abbracci le diverse realtà del mondo cattolico impegnate nel sociale che, in autonomia dagli schieramenti partitici, riesca ad imporre la sua "agenda" alla politica e alle istituzioni anche agendo in modo trasversale.


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