Unità: Graduatorie da rifare, 50mila insegnanti rischiano il posto
L’ultima beffa della Moratti: la corte ha bocciato il raddoppio dei punti per chi ha lavorato «in quota». Fioroni scrive ai professori
di Massimo Franchi/ Roma
Un altro lascito “morattiano” rischia di mandare all’aria le graduatorie della scuola. Venerdì scorso la Corte Costituzionale, relatore l’ex ministro Sabino Cassese, ha dichiarato incostituzionale la norma che raddoppia il punteggio per i docenti che hanno prestato servizio nelle sedi di montagna (sopra i 600 metri). Introdotta dal ministro Moratti nel 2004, è stata abolita dall’Unione (che si è sempre dichiarata contraria) nella Finanziaria appena approvata. Come tutte le sentenze della Suprema corte il provvedimento ha valore retroattivo e va quindi ad incidere sulle graduatorie e dunque sulle 150 mila assunzioni in tre anni che il governo ha fissato da qua al 2009. «Era una norma sbagliata, se si fosse seguito il nostro indirizzo non ci saremmo trovati in questa situazione - spiega da viale Trastevere il viceministro Bastico -. Stiamo analizzando le conseguenze con i nostri tecnici e ora cercheremo una soluzione dopo aver incontrato i sindacati (ieri Flc Cgil e Snals avevano già chiesto l’intervento del governo, Ndr). Non faremo colpi di mano, cercheremo di salvaguardare le graduatorie nel modo più indolore». Gli insegnanti che si vedono tolti punti rischiano di perdere le cattedre o la prevista assunzione; un numero eguale andrebbe reintegrato o li scavalcherebbe per il futuro. Stime precise non ne esistono, ma gli insegnanti coinvolti dovrebbero aggirarsi attorno ai 50 mila. Una possibile soluzione potrebbe venire da un decreto legge che confermi le assunzioni fatte dal 2004 all’anno scorso e di assumere chi ora si trova in graduatoria nelle prossime immissioni in ruolo.
LA LETTERA DI FIORONI Spiegare direttamente agli insegnanti come cambia la scuola. Da oggi da viale Trastevere partiranno milioni di copie della lettera con cui il ministro Fioroni scrive ai docenti delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie inferiori. Il contenuto lo ha rivelato il ministro in persona: «Segnalo il percorso che intendo seguire per modificare le Indicazioni nazionali (i programmi di studio) cercando di ridurre il tasso di aspettative e di speranze». Dopo aver smontato pezzo per pezzo l’architettura della riforma Moratti, per ultimo con l’abolizione dei licei tecnologici ed economici e con il rilancio dell’istruzione tecnica, il ministero vuole rilanciare sul tema dell’autonomia. «Tre punti ritengo prioritari - ha sintetizzato Fioroni - le Indicazioni devono essere compatibili con le scuole dell'autonomia (quelle attuali rasentano la pedagogia di Stato); l’uniformità dell’offerta formativa si raggiunge solo stabilendo un comune denominatore; coniugare le competenze con i curricula, sviluppando nei ragazzi la capacità di senso critico». Ma come saranno nello specifico le Indicazioni nazionali? Per prima cosa si parlerà di obiettivi per i curricula e non di programmi e di nozioni, lasciando agli insegnanti piena libertà su come far raggiungerli ai loro allievi. La scelta è fatta proprio per distanziarsi dall’era Moratti e rilanciare l’autonomia puntando sulla tradizione di pluralismo della scuola. Niente nozionismo, niente elenco di teorie e teoremi, come nel caso delle polemiche sull’abolizione della teoria dell’evoluzione di Darwin.