Unità: Gli statali senza soldi sul piede di guerra
Quattrocento milioni in meno per i rinnovi contrattuali: «Il governo sta chiamando lo sciopero»
di Bianca Di Giovanni/ Roma
PROTESTE Contro la manovra si comincia a minacciare lo sciopero. Lo fanno i sindacati degli statali, dopo aver verificato che il maxiemendamento taglia di altri 400 milioni i fondi per i rinnovi contrattuali. «Il re è nudo, il governo sta chiamando lo sciopero», com-
menta a caldo Carlo Podda, segretario della funzione pubblica Cgil. Per i lavoratori le somme stanziate (500 milioni quest’anno, 2,340 miliardi dal 2009) si tradurrano in appena 8 euro in più in busta paga quest’anno e i 60 l’anno prossimo. Ma il problema non sono soltanto i redditi: con i tagli si colpiscono i servizi ai cittadini.
Il malcontento aumenta, tanto che in serata interviene il ministro Renato Brunetta. «Nessun taglio - sostiene - le risorse previste per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego saranno stanziati nella Finanziaria». Stessa tesi da parte del relatore «Quelle non erano somme spendibili immediatamente - afferma - e da oggi alla finanziaria il governo troverà il modo di reperire nuovi fondi». Così, magicamente, la manovra non è più anticipata: si aspetta settembre per le risorse. Anche se Giuseppe Vegas smentisce i suoi colleghi, rivelando che in realtà quei 400 milioni erano da tempo destinati a altri scopi.
Le risorse sono state dirottate in un fondo del ministero dell'Economia «per il finanziamento di misure di proroga di agevolazioni fiscali riconosciute a legislazione vigente». Il testo originale del decreto legge prevedeva per le agevolazioni fiscali uno stanziamento di 500 milioni di euro per il 2009. L'emendamento prevede 900 milioni di euro per il 2009 e «500 milioni di euro a decorrere dal 2010».
Sia come sia, gli statali si ritrovano con meno soldi per i rinnovi. «Con questi tagli - spiega Podda - verranno meno fondi per l'apertura dei musei la domenica, per mostre speciali e musei sotto le stelle. Ci saranno anche meno servizi nella sanità, come ha detto bene Formigoni, che non può certo essere tacciato di ostilità politica, e non saranno più finanziati progetti speciali per ridurre l'evasione, nè quelli dell'Inps per quella contributiva». Per Podda insomma è una manovra solo di tagli che si disinteressa delle conseguenze sui cittadini: «Il governo non potendo più negare l'evidenza - conclude Podda - tenta di trasformare una scelta negativa contro i dipendenti pubblici e i cittadini in una scelta virtuosa per premiare i lavoratori più produttivi».
Anche per Paolo Pirani (Uil) la mobilitazione è l’unica strada. «Non possiamo accettare l'idea che la pubblica amministrazione venga affrontata solo in termini di tagli - osserva Pirani - Il pubblico impiego non può essere visto solo come un peso da togliere di mezzo. Posso capire un confronto basato su come distribuire meglio le risorse puntando a produttività e merito, ma un confronto basato sui tagli e tagli indiscriminati non è tale». Pirani allude all’altro «taglio», quello sulle parti variabili del salario dei pubblici, che Renato Brunetta vuole eliminare per redistribuirlo (così afferma) in modo diverso, più meritocratico. Ma la cosa è tutta ancora da verificare.
Anche Gianni Baratta dalla Cisl parla di sciopero, ma solo come extrema ratio.
Non escono meglio i dirigenti, i magistrati, i professori universitari: anche loro chiamati a contribuire con il blocco delle anzianità. Il maxiemendamento conferma lo slittamento di dodici mesi per la maturazione biennale o della classe dello stipendio per magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, diplomatici, professori e ricercatori universitari, dirigenti delle forze dell'ordine e ufficiali delle forze armate. La misura dello slittamento di un anno per le categorie interessate che, come si legge nel testo, sarà «una tantum», è pari al 2,5 per cento. Solo per il settore universitario, si prevede un risparmio lordo di 13,5 milioni per il 2009 e di 27 milioni per l'anno successivo.