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Unità-Gli italiani dicono No alla riforma Moratti

ROMA Gli italiani ancora fermamente convinti che l'istruzione pubblica sia un efficace strumento di emancipazione sociale bocciano i tre anni di dicastero Moratti. Il volto mediaticamente più no...

05/05/2004
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l'Unità

ROMA Gli italiani ancora fermamente
convinti che l'istruzione pubblica
sia un efficace strumento di emancipazione
sociale bocciano i tre anni
di dicastero Moratti. Il volto mediaticamente
più noto della Casa delle
Libertà (conosciuto dall'88% dell'opinione
pubblica) non è riuscito
a "bucare" lo schermo poichè, stando
ai i dati raccolti dall'istituto di
ricerca a Swg in un sondaggio commissionato
dai Ds di Palazzo Madama,
solo il 27 per cento della popolazione
è ancora ancora schierato tra
le sue fila. Il ministro è stato "sfiduciato
" dal 67% degli intervistati. Dai
diciottenni come dagli ultrasessantenni.
È stato battuto dall'opposizione
e dai suoi stessi elettori che, ascoltati,
hanno affermato di non dare
credito alle parole del leader d viale
Trastevere. "Il numero più consistente
del campione che ha dichiarato
di non aver fiducia in Letizia Moratti
- afferma Roberto Weber della
Swg - è sorprendentemente collocato
a destra, centro-destra e centro".
Fallimento lifting Ma il ministro
si era preso un impegno. Restituire
un appeal alla scuola pubblica.
Svecchiarla. Come dichiarò nel bianco
salotto della Rai dopo aver asserito
"peggio di così non può andare".
Forse. Poichè a suon di aggiustamenti
e limatine, di abrogazioni di
leggi e di tagli in finanziaria l'operato
della prima poltrona del Miur è
stato giudicato inefficace dal 70%
dei cittadini. "È l'ennesima dimostrazione
del fallimento di un progetto
e il naufragio della proposta di
rinascita. - asserisce il capogruppo
Ds al Senato, Gavino Angius, a lato
della presentazione del libro verità
Salviamo la scuola. Costruiamo il futuro
- . Noi abbiamo avanzato proposte
alternative poichè bisogna innanzitutto
investire risorse e pensare
a una riforma per i nostri ragazzi.
In questo volume che pubblichiamo
grazie a l'Unità oltre alla testimonianza
del nostro lavoro e dell'impegno
di opporsi a questo sciagurato
progetto abbiamo annotato i danni
che la legge della signora Moratti sta
producendo alla scuola pubblica".
Bonus boomerang Il sondaggio
ha registrato una netta contrarietà
anche nei confronti della svolta
verso la privatizzazione "allargata"
per la quale il governo sta offrendo
bonus fiscali alle famiglie che scelgono
di mandare i propri figli nelle
elite del sapere. Da destra a sinistra,
da Nord a Sud il 72% degli intervistati
disapprova nettamente il dirottamento
dei denari. Non fosse altro
perchè dalle casse della scuola pubblica
in tre anni di mandato Moratti
si sono volatilizzati 2,1 miliardi di
euro prima destinati al finanziamento
della scuola pubblica. Quella
scuola che il 92% degli italiani continua
a prediligere assegnandogli tra
l'altro un voto di piena sufficienza
in pagella.
Scuola a pezzi Nodi al pettine
per l'edilizia scolastica, rimandata a
settembre poichè fatiscente e non
appropriata a svolgere le funzioni
che le sarebbero preposte. Ragion
per cui se il 61% del campione ritiene
insufficienti gli investimenti "culturali
" della maggioranza, è altrettanto
palese come la scuola sia considerata
dalle famiglie il capitolo preponderante
di impegno economico
(30%) e l'ultimo dei settori su cui
operare tagli. La sforbiciata nazionale
dovrebbe invece essere indirizzata,
secondo il parere degli ottocento,
alla pubblica amministrazione
(34%) e alla difesa (20%).
Il futuro in gioco In questo panorama
tutt'altro che incoraggiante
per il futuro della scuola italiana, la
riforma, quella elastica e ad personam
propagandata in centinaia di
pagine patinate, non aggrada i più.
Neppure quando si tratta di riduzione
dell'obbligo scolastico e del dimagrimento
del tempo scuola. Il 77%
del campione, infatti, vorrebbe che
venisse ripristinato lo studio "forzoso
" fino al primo biennio di scuola
superiore.
Un dato che contrasta con la "rivoluzione
" firmata dal governo di
centro destra che ha abrogato la legge
9/99, una delle importanti leggi
varate dai governi dell'Ulivo. "Nel
decreto attuativo di riforma - spiega
la diessina Chiara Acciarini - si legge
che l'obbligo scolastico cessa con la
scuola media. Noi invece vorremo
innalzarlo gradualmente fino a 18
anni. È una proposta. Una proposta
chiave del nostro programma "più
scuola per tutti" che comprende anche
un progetto educativo unitario
che coinvolga i bambini da zero a
sei anni".
Un secco no (60%) si rinfranca
anche la scrematura dell'orario curriculare
che vede passato l'obbligo
formativo da 30 a 27 ore settimanali.


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