Unità-"Gli elettori hanno bocciato la scuola di governo"

centrosinistra ha vinto le amministrative perché realizza l'autonomia contro il dirigismo della destra

"Gli elettori hanno bocciato la scuola di governo"

ROMA Dopo l'ultimo faccia a faccia con il ministro Moratti, silenziato dall'opposizione e addirittura dalle rappresentanze degli industriali - a testimonianza dell'aria che tira - , Andrea Ranieri (Ds) rilancia la questione sul ruolo giocato dalla scuola nella vittoria delle sinistre alle elezioni amministrative. "È finito l'irreality show della scuola Berlusconi-Moratti. È finito con il 70 a 30 dell'ultima tornata elettorale in cui il centrosinistra ha conquistato il governo del 70% delle province italiane. Un segnale politico con il quale anche il ministro Moratti dovrà iniziare a fare i conti poiché il consenso non è più così scontato".
La scuola come "motore" di voti, allora...
"Certo, perchè i cittadini sanno bene che la scuola è il futuro. Che è l'interfaccia tra le culture locali e le culture del mondo. Che è il luogo preposto alla sperimentazione e all'integrazione. Pertanto quelle amministrazioni che hanno recepito le nuove esigenze sociali e che si sono impegnate nel fornire supporto allo sviluppo dell'autonomia degli istituti sono state premiate dallo spoglio".
Insomma, la scuola si è rivelata una sorta di cartina di tornasole elettorale?
"Certo. Ad esempio al Sud dove la grande affermazione della sinistra è una chiara conferma della volontà di riscatto dall'arretratezza dei servizi e dell'edilizia scolastica. L'idea che un territorio ha del proprio futuro è percepibile dal grado di attenzione riservato ai luoghi del sapere. Un'attenzione che ha come principale interprete proprio l'ente locale. Infatti, in Toscana, in Emilia Romagna, a Roma come a Genova sono in atto modelli scolastici particolarmente avanzati che il Ministero dovrebbe prendere ad esempio invece di continuare ad eludere drammaticamente la legge sull'autonomia e a condannare al sottofinanziamento la didattica. E poi imponendo i programmi (per legge), la scansione degli orari e la differenziazione di figure professionali, la Moratti sta impedendo lo sviluppo di forti progetti educativi, indispensabili perché la scuola diventi il nodo di una rete".
Dopo il successo elettorale, alla Moratti cosa chiedete?
"Innanzitutto chiediamo di riaprire il confronto nelle sedi istituzionali a partire dal decreto sulla scuola di base. Decreto che ha segnato lo strappo più grave rispetto alla cultura dell'autonomia e del decentramento. I cittadini ci hanno chiesto una scuola migliore, un buon governo dell'istruzione e ci adopereremo perché ciò avvenga a partire dalla costituzione dei nuovi assetti di governo locale".
In che modo?
"Abbiamo vinto poiché accomunati da un concetto preminente che porta il nome di "integrazione". E pertanto sarebbe strano se al momento della formazione delle giunte si costituissero compagini diametralmente opposte e questo principio. Separando l'assessorato all'istruzione da quello della formazione professionale o da quello del lavoro solo per ragioni di compatibilità fra le forze politiche o per la necessità di dare un posto a tutti".
Dunque un impegno per il governo delle città e del Paese...
"Crediamo che la costruzione del programma futuro del centrosinistra e la sua credibilità verso le persone parte anche da scelte di questo tipo: ovvero la capacità di costruire ovunque assetti di governo coerenti con le parole d'ordine che abbiamo annunciato e che andiamo ripetendo. E che, soprattutto, manterremo".
ch.m.

Andrea Ranieri
responsabile Ds sapere formazione e cultura