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Unità: Giro di vite ai permessi per l'handicap. E part time più difficile per gli statali

Le nuove norme nella legge approvata dal Senato, la stessa che aggira l’articolo 18 Il ministro «Troppi furbi». La Cgil «Per colpire gli abusi si colpiscono tutti tagliando i diritti»

09/03/2010
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l'Unità

Felicia Masocco
Stretta ai permessi per assistere i disabili e part-time più difficile per i dipendenti pubblici, anzi per le dipendenti visto che nell’85% dei casi sono le donne a ricorrere al tempo parziale e il perché è fin troppo logico. Lo prevede il «collegato lavoro», la legge approvata mercoledì scorso di cui si è parlato per via dell’articolo 18,ma che evidentemente taglia molti altri diritti a chi lavora. Cambiano e diventano più restrittive le norme per ottenere un permesso per assistere un familiare disabile. La norma riguarda tutti i settori, pubblici e privati, ma nel mirino del ministro Renato Brunetta c’è il pubblico impiego. I dipendenti pubblici ricorrono a questi permessi 6 volte più dei colleghi il che può celare un abuso nel pubblico, (e una difficoltà a ottenerli nel privato). In ogni caso invece di punire l’abuso e i furbi, si puniscono tutti indistintamente.
PART-TIME PIU’DIFFICILE Potranno ottenere il permesso previsto dalla legge 104 del 1992 i parenti fino al secondo grado (fratelli, cognati, nonni e nipoti). Gli altri non potranno più averlo, a meno che i coniugi o i genitori dell’assistito siano ultra 65enni. Un altro importante cambiamento riguarda “l’assistenza multipla” che viene cancellata: per ogni disabile solo una persona potrà ottenere i permessi della 104. Eccezion fatta per i coniugi che devono assistere un figlio: potranno dividersi il permesso, o lo usa il padre o la madre. È stata infine cancellata la norma relativa alla possibilità di assistere in modo «continuativo ed esclusivo » un figlio maggiorenne e convivente. «È una stretta incomprensibile», commenta il segretario di Fp-Cgil Carlo Podda, «come sempre Brunetta pretende con la legge di imporre a tutti quello che invece andrebbe imposto solo a chi sbaglia e con un rigido sistema di controlli: “colpirli tutti per educarne qualcuno”, potrebbe essere il suo motto». Gli abusi di permessi e congedi andrebbero, per il sindacalista, contrastati con i controlli», non «limitando i diritti, visti come la fonte stessa del problema». Il collegato cambia anche le norme sul part-time (solo nel pubblico impiego): la richiesta di lavorare a tempo parziale può essere respinta se crea problemi al funzionamento degli uffici. E tutti i part-time in essere possono essere rivisti e negati. Così, mentre il ministro del Lavoro, Sacconi, annuncia un tavolo per rendere più flessibile l’orario di lavoro per le donne e consentire una maggiore conciliazione con casa e famiglia, il suo collega Brunetta rende più difficile la vita alle donne che negli uffici pubblici hanno chiesto il part-time. Il ministro rigetta le critiche, ma smentendo conferma: con le nuove norme si impedisce «finalmente a tanti furbi di portare avanti un ignobile “mercato” dei vecchietti acciaccati da accudire (sulla carta) a centinaia di chilometri di distanza, senza alcun controllo», dice. Ecco, appunto, senza alcun controllo.


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