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Unità: Geografia, la Gelmini l'ha fatta sparire

Cercasi Geografia nella nuova scuola immaginata dal governo. La cerchi e non la trovi. Perché con la diminuzione delle ore sembra essere una delle vittime designate. Un appello per «salvarla».

28/01/2010
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l'Unità

Fabio Luppino
«Fare geografia a scuola vuol dire formare cittadini italiani e del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo e sostenibile, guardando al futuro. Nei nuovi curricoli dei licei e degli istituti tecnici e professionali in via di definizione la geografia scompare del tutto o è fortemente penalizzata. I sottoscrittori di questo documento ritengono che privarsi degli strumenti di conoscenza propri della geografia, in una società sempre più globalizzata e quindi complessa, significa privare gli studenti di saperi assolutamente irrinunciabili per affrontare le sfide del mondo contemporaneo ». Un’affermazione semplice semplice quanto vera. L’appello per salvare lo studio della Geografia. Parole di buonsenso, che altro! Quello che è mancato totalmente, per motivi strettamente contabili, a coloro che hanno scritto i regolamenti per la riforma della scuola superiore (che cambia così, in silenzio, dopo quarant’anni). Già lo studio della Geografia oggi non sta tanto bene, con un incastro scombiccherato di studi antropici, morfologici con gli aspetti politici ed economici. Basta testare le conoscenze dei ragazzi dalle elementari alle medie per accorgersene. Non conoscono in moltissimi casi i capoluoghi di regione italiani; non conoscono le dislocazioni dei continenti. Spesso escono dalle medie continuando a non saperlo. E non è solo perché è insegnata male. È, soprattutto, per una programmazione senza senso.
TOGLIAMOLA DEL TUTTO E cosa non trova di meglio da fare il ministero della Pubblica Istruzione? La taglia del tutto nelle superiori, a partire dai tecnici dove già si studia poco e male: finirà per essere tolta del tutto, pensate un po’, negli istituti Nautici! E nei licei viene accorpata alla storia con il risultato che saranno fatte male entrambe. L’appello circola su internet, ma anche su carta nelle scuole. Sin qui lo hanno firmato in migliaia, insegnanti e privati cittadini. A livello istituzionale silenzio assoluto. Un popolo di navigatori privato della rotta, vien da dire. «Le continue sollecitazioni presso gli organismi e le Istituzioni competenti e le audizioni alla Camera e al Senato (rispettivamente nella Commissione Cultura e nella Commissione Istruzione, Beni Culturali e Ricerca Scientifica, impegnate nella discussione e approvazione dei Regolamenti della Riforma) non hanno finora ricevuto grande ascolto», scrivono i promotori dell’appello nel sito https://nuke.luogoespazio.info/ HOMEDILUOGOESPAZIOINFO/ tabid/466/Default.aspx. L’appello però è stato raccolto da alcune importanti personalità: Ilvo Diamanti; Gino Latorre (Rettore dell’Università della Calabria); l’architetto Paolo Portoghesi, Folco Quilici e Jean-Bernard Racine, illustre geografo francese.


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