Unità-Genitori, insegnanti e bambini. Riparte da piazza Vittorio il rifiuto della Moratti
.10.2004 Genitori, insegnanti e bambini. Riparte da piazza Vittorio il rifiuto della Moratti di Matteo Tacconi Per fare il conto dei problemi della scuola targata Moratti non basta un pallottoli...
.10.2004
Genitori, insegnanti e bambini. Riparte da piazza Vittorio il rifiuto della Moratti
di Matteo Tacconi
Per fare il conto dei problemi della scuola targata Moratti non basta un pallottoliere. Tutor, tempo pieno, tagli ai dipendenti, precarietà, iscrizioni anticipate, laboratori di informatica e inglese e altro ancora. "Il fatto è che i responsabili del ministero pensano le riforme senza aver mai messo piede nei corridoi di un istituto". La vedono così Maria Elena Pisani, Rosaria Canu e Lidia Dolci, un trio di battagliere maestrine del 74° circolo scolastico, accorse in piazza Vittorio per la prima giornata di mobilitazione per difendere la scuola dalla ministra Letizia Moratti.
Piazza Vittorio, una piazza con alle spalle una lunga storia di battaglie contro le discriminazioni, soprattutto per quanto riguarda il tema dell'immigrazione. Ora la scuola. "È da qui che parte il nuovo anno di lotta per salvaguardare la scuola pubblica", dice Massimo Carconi, del Coordinamento scuole di Roma, associazione guadagnatasi l'onore delle cronache l'anno passato. Ricordiamo ancora bene le manifestazioni a difesa del tempo pieno. Il Coordinamento è oggi più vivo che mai. "A noi la riforma della Moratti non piace. Vogliamo l'abrogazione completa". Partendo dal tutor, l'ibrida figura professionale prevista dalla riforma. "Il tutor segna un ritorno al passato, distrugge un modello educativo, quello della doppia maestra, che è stato una conquista". Chiediamo come il Coordinamento intenda procedere. Ecco la risposta. "In primo luogo gettando fumo negli occhi alla Moratti, perché la figura non è contrattualizzata. Quindi la sua applicazione può essere ritardata. Molte scuole, anche su nostra pressione, hanno boicottato il tutor". In secondo luogo e questa è la novità "tattica" che si registra nel movimento anti-Moratti creando una piattaforma più estesa, che comprenda genitori, insegnanti, cittadini, universitari. Perché anche l'Università risente del tocco tutt'altro che fatato della ministra-manager. Le accademie si stanno trasformando in giganteschi diplomifici di precarietà. Piero Bernocchi, dei Cobas, sostiene che "il fronte comune deve estendersi anche alle Università". Gli atenei risentono ancora del vecchio retaggio in base al quale "l'Università ce la può fare da sola". Ma per Bernocchi i tempi sono ormai cambiati.
A piazza Vittorio però non ci sono solo genitori e insegnanti in lotta. Ci sono anche tanti bambini che giocano. È stato pure allestito un banchetto: pane e nutella per tutti. Ci sono giocolieri, una ragazza strimpella la chitarra, accompagnata da un fisarmonicista. E c'è pure un trampoliere che quando passa costringe i bambini a guardare in su, là dove la loro vista fa fatica ad arrivare. Ci avviciniamo ad Andrea, un ragazzo con le pappe incipriate. "I bambini ci dice devono pensare al loro futuro. Ed è bene che siano partecipi dei problemi che hanno i loro genitori e i loro insegnanti. Naturalmente giocando". Opinioni di un clown. Pardon, di un "animatore", come tiene a precisare Andrea.
E i sindacati? Come si stanno muovendo? "Andiamo verso lo sciopero generale, da proclamare per i primi di novembre", ci dicono Bernocchi dei Cobas e Bianca Gennaro, della Cgil-Scuola del Lazio. Anche se capiamo dalle loro parole che i sindacati, nonostante abbiano raggiunto una convergenza, sono attraversati da correnti di pensiero diverse. Abrogare del tutto o abrogare parzialmente? Questo è il dilemma. Dei sindacati, ma anche del centrosinistra. Ma la soluzione si troverà, ci fanno capire i diretti interessati. "Qualcosa si muove", afferma Massimo Carconi, che aggiunge: "Noi continuiamo a lottare, ma non siamo in Parlamento". Come dire: spetta alla politica darci una mano, abrogando questa pessima riforma. È sottinteso, chiaramente, che Massimo spera che Berlusconi non venga riconfermato alle prossime elezioni. Intanto i bambini continuano a giocare.