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Unità: Gelmini sul decreto «La sinistra difende una scuola indifendibile»

È FIRMATO «Mariastella Gelmini - gruppo di lavoro» l’opuscolo di 5 pagine, dal titolo «istruzione», che i collaboratori del ministro hanno distribuito ai senatori del Pdl e della Lega nord

18/10/2008
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l'Unità

/ Roma

È FIRMATO «Mariastella Gelmini - gruppo di lavoro» l’opuscolo di 5 pagine, dal titolo «istruzione», che i collaboratori del ministro hanno distribuito ai senatori del Pdl e della Lega nord nell’incontro con la titolare del dicastero di viale Trastevere, che si è svolto mercoledì scorso a Palazzo Madama. tema della riunione, ovviamente, la riforma della scuola.Tre titoli per una sorta di promemoria dedicato alla contestata riforma: «La scuola del centrodestra», «Tagli? no, lotta agli sprechi per riqualificare la scuola italiana», «la sinistra difende lo status quo».

- La scuola del centrodestra. Qui vengono spiegate le ragioni delle scelte contenute nel decreto all’esame del Senato. si parte dal ritorno al grembiule che trova le sue motivazioni nel «risparmio per le famiglie, eguaglianza di tutti i bambini a scuola, fine della corsa alle griffe». C’è poi il 5 in condotta, necessario per «un ritorno al rispetto dell’istituzione scolastica contro i fenomeni del bullismo». sei sono invece le ragioni del ritorno al maestro unico: «al bambino serve un punto di riferimento unico; in tutti i paesi d’europa c’è il maestro unico; aumentare il numero di maestre per bambino è servito ai sindacati per aumentare posti di lavoro proprio quando diminuiva il numero dei bambini; al maestro sarà affiancato l’insegnante di inglese e di religione; con il maestro unico l’italia era terza nelle classifiche Ocse, con più maestri è scesa all’ottavo posto; ridurre il numero dei maestri per bambino consente di aumentare il tempo pieno del 50%». e questo perchè «ci sono più insegnanti per il tempo pieno».

sulla scelta di un ritorno ai voti si dice: «Si torna alla chiarezza contro i giudizi spesso incomprensibili. un 4 è un 4. un 7 è un 7». Breve accenno agli stranieri: «sarà possibile frequentare dei corsi di italiano pomeridiani per gli stranieri». Infine, «più poteri ai presidi nel reclutamento dei docenti» e «non si toccano gli insegnanti di sostegno e le scuole di montagna».

- tagli? no, lotta agli sprechi nessun taglio ma lotta agli sprechi perché «il 97% del bilancio del ministero va per pagare stipendi; in italia ci sono più bidelli che carabinieri; più di 10 mila classi con meno di 10 alunni; 1.350.000 dipendenti sono troppi; in una scuola serale di Mestre ci sono 11 insegnanti e nessun iscritto; a Como una classe elementare ha 9 maestre». Dunque, l’obiettivo è avere «meno professori ma più pagati con premi di produttività fino a 7000 euro annui; più soldi per innovazione e formazione; premiare studenti e professori migliori; più libertà nel reclutamento dei docenti».

- la sinistra difende lo status quo. Parole d’ordine nette nel capitolo dedicato alla sinistra: «la sinistra e i sindacati difendono l’indifendibile: una delle scuole peggiori d’Europa; è finita un’epoca. Col governo Berlusconi la scuola non sarà più un ammortizzatore sociale e uno stipendificio. I sondaggi dimostrano che gli italiani apprezzano le iniziative del governo sulla scuola; la sinistra ha creato questa scuola: 14 euro lordi l’ora per un insegnante, quasi come un collaboratore domestico


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