Unità: Gelmini promette aumenti per i prof, ma solo nel 2012
Il ministro ripete a memoria il suo programma davanti a Vespa: «Intoccabili gli insegnanti di religione»
di Maristella Iervasi / Roma
ANCHE SENZA OCCHIALI, sembrava più tirata della signorina Rottermaier. Il ministro Mariastella Gelmini non è riuscita a spiegare la sua controriforma sulla
scuola. Seduta nel salotto di Porta a Porta non è riuscita a tener testa ad Enrico Panini, segretario uscente della Flc-Cgil, e neppure al ministro ombra Maria Pia Garavaglia. Il padrone di casa, Bruno Vespa, si è fatto un gran da fare per metterla a suo agio (a favore del ministro Vittorio Feltri, Don Antonio Mazzi, Marco Paolo Nigi dello Snals, Giorgio Rembado in rappresentanza dei presidi e Maria Rita Munizza per i genitori). Servizi a go-go sul maestro unico, sul voto in condotta e la pagella numerica: tutti a favore dell’«agenzia» scolastica della Gelmini. Come anche i sondaggi (tranne uno) di Mannheimer. E ancora: bambini dell’elementare Aristide Leonardi di Roma in candidi grembiulini seduti tra gli ospiti, un ciak sul Pinocchio a scuola che prende le bacchettate dal maestro e le immagini-video degli episodi di bullismo nelle aule. Ma niente da fare: la Gelmini sembrava un disco rotto. Ha ribadito in tv che la scuola non è uno «stipendificio», che il tempo a modulo è «una anomalia tutta italiana», introdotta quando «diminuivano gli studenti per trovare un posto agli insegnanti». Che a scuola ci sono «più bidelli che carabinieri», 900 indirizzi di scuole superiori. Insomma, che il rischio della «bancarotta educativa» è dietro l’angolo. Quindi, ecco il perché del massacro sulla scuola, partendo dall’eccellenza dell’elementare. Da applicare «con il principio del buon padre di famiglia» del governo Berlusconi.
Tagli, soltanto tagli e nient’altro. Massacrando i corsi di studio, il monte ore di lezione in tutti gli ordini di scuole e riducendo di 87mila posti gli insegnanti. Tranne però i docenti di religione cattolica e quelli di sostengo. «La finanziaria - ha dovuto ammettere il ministro nel corso della trasmissione - non tocca queste figure di docenti».
Nessuna spiegazione sul come e dove operare con bisturi-Tremonti. Nessun chiarimento su che fine faranno le maestre del modulo che dal prossimo anno verranno allontanate dall’aula per far posto al maestro unico. Circa 16mila insegnanti che resteranno comunque a scuola, perché di ruolo e di certo non possono essere licenziati. Nessuna nuova neppure sui criteri di scelta sul maestro unico, come il nulla sul metro di valutazione dei docenti ai quali verrà riconosciuto un bonus di produttività fino a 7mila euro l’anno. Su 800mila insegnanti in totale, sarà il 40% ad essere premiato. Una cifra che la stessa Gelmini ha vergato con gessetto sulla lavagna di Vespa.
Panini l’ha contestata su ogni punto, anche sulla formazione professionale e per risposta ha ottenuto il seguente richiamo da Vespa: «La sua è una posizione ideologica». E sui 7mila euro in bonus la Gelmini è stata presa in castagna: «I premi ai docenti non ci saranno prima del 2012» - ha detto Panini. L’erogazione degli incrementi degli stipendi al centro dell’incontro del 29 novembre 2007 sono andati a farsi benedire. Nessuna risposta è arrivata in tal senso da viale Trastevere. E la Gelmini ha controbattuto: «Non ci sono soldi se non si risparmia. L’Italia è un paese che ha un enorme debito pubblico». Ma il battibecco non si è fermato: «È una vergogna - ha detto Panini - risolvono il problema cannibalizzando alcuni insegnanti per risparmiare e fare il contratto a chi rimarrà nel 2012». La trasmissione televisiva si è chiusa con la voce della maestra della Gelmini. «Mariastella, lo sai che ti adoravo....», ha detto Maria Rosa Montaironi Toson al ministro.