Unità: Gelmini parla di una scuola che non c'è
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«L’attenzione ai precari c’è, stiamo perfezionando gli accordi, ma quando scopro che a protestare sono militanti politici...». Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non incontra i precari che stanno facendo lo sciopero della fame contro i tagli alla scuola. Di fronte alle manifestazioni anche a Roma chiede alla politica di «non strumentalizzare ». In risposta, i precari stanno organizzando una mobilitazione di massa l’8 settembre, alla riapertura del Parlamento. Ieri mattina in conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro ha illustrato le novità per l’anno scolastico che sta per cominciare. La riforma "epocale" della scuola secondaria di secondo grado. Ha parlato del tempo pieno alla scuola elementare, che secondo i conteggi del ministero aumenta rispetto all' anno scorso, del sostegno, del nuovo concorso per dirigente scolastico e del reclutamento degli insegnanti, che dovrebbe porre un freno al precariato. Secondo Gelmini ai precari va data la massima solidarietà, e il governo starebbe utilizzando tutti i margini di intervento possibili. Le novità: quest'anno non si potranno superare 50 giorni di assenza, «pena la bocciatura». Poi le risorse saranno riequilibrate per investire in qualità, investimenti che non possono limitarsi al 3% del totale del bilancio dell'istruzione. E ancora il tempo pieno: il ministro getta acqua sul fuoco: «Si aggiungono 877classi in più». Vengono «ripensati i quadri orari» come sostenuto dall'Ocse, «vengono incrementati gli orari di matematica, fisica e scienze »; viene «potenziato lo studio delle lingue» con obbligo di una lingua straniera nei licei. Saranno poi istituiti due nuovi licei: musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Nasce anche una nuova filiera non universitaria che dura 2anni. Si tratta degli istituti tecnici superiori post-secondaria creati «per formare figure professionali richieste dal mondo del lavoro» e che andranno a sostituire i corsi di laurea triennali «che si sono rivelati poco utili per favorire l'occupazione». Di fronte alle proteste di piazza, Gelmini invita a non «strumentalizzare il disagio». Anche se i precari sono «militanti», magari iscritti a IdV. Rimpalla la questione. «I precari che abbiamo ereditato sono un numero spaventoso». Se si considerano precari anche coloro che «hanno fatto una supplenza sola. Sono 229 mila a fronte dei 700 mila insegnanti già impiegati nella scuola. E 700 mila è un numero sufficiente per far fronte al bisogno di insegnanti del paese». E quindi i governi passati facciano autocritica perchè sono stati «distribuiti posti di cui la scuola non aveva bisogno. E per spiegare l'ineluttabilità dei tagli che dovrebbero rimettere in piedi la scuola ha detto: «Il governo non è onnipotente e non può tutto. Siamo in un momento di crisi e occorre razionalizzare le risorse al meglio».Non è possibile - prosegue - che il 97 per cento delle risorse complessive, 43 miliardi di euro circa, vengano utilizzate per stipendi come adesso. Se vogliamo una scuola di qualità non si può spendere solo il3 per cento delle risorse». Secondo la Gelmini 760 mila docenti in Italia «sono più che sufficienti» e il taglio «vero» sui precari effettuato dal governo sarebbe di appena 12 mila cattedre: 10 mila l'anno scorso e2mila quest'anno. In pratica, i pensionamenti hanno attenuato la sforbiciata di67 mila cattedre in due anni. Critico Domenico Pantaleo (FlcCgil): «La Gelmini rispetti chi perde il lavoro». La Rete degli studenti parla di «belle favole» e annuncia mobilitazioni. Durissimo il segretario del Pd Pierluigi Bersani: «Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti