Unità: Gelmini attacca i presidi. Cgil: intervenga il Quirinale
Il ministro attacca i presidi che protestano perché non hanno i soldi: politicizzati. La Cgil scuola scrive a Napolitano: la situazione è drammatica. Il governo vara il regolamento di tecnici. Riduzione di ore e nient’altro.
G.V.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non sopporta i presidi che protestano non avendo gradito l’iniziativa dei 250 dirigenti dell’Associazione delle scuole del Lazio (Asal) che hanno denunciato di essere senza fondi. E lo fa chiamando in causa la Cgil per la «minoranza organizzata» di presidi-politici.
Pronta la replica della Flc Cgil, che ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per attirare l’attenzione «sulla drammatica situazione in cui versano le scuole pubbliche». Anche Cisl e Snal Confsal rispondono al ministro, attaccata pure dall’opposizione.
«Confermo la presenza all’interno della scuola di dirigenti che fanno politica creando inutilmente allarmismi che si riflettono sulle famiglie, sui genitori. Ho il massimo rispetto - ha assicurato il ministro - per chi svolge il suo ruolo con correttezza, ma trovo scandaloso utilizzare la scuola per fare politica. I dirigenti che vogliono fare politica si candidino e la facciano dentro le istituzioni politiche». «Gelmini la smetta di attaccare la Flc Cgil e cominci a risolvere i problemi della scuola italiana che per sua responsabilità - replica il sindacato- è nella incertezza più totale». Intanto il governo ha varato il regolamento dei professionali. Gli istituti professionali si articoleranno in due macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi (con 5 indirizzi) e istituti professionali per il settore industria e artigianato (un solo indirizzo). L’orario settimanale sarà di 32 ore di 60 minuti ciascuna. È prevista maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici: gli spazi di flessibilità nell’area di indirizzo, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano, infatti, al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Il percorso è articolato in due bienni e un quinto anno e il secondo biennio è articolato in singole annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione. Sono previste più ore in laboratorio, stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro. Anche negli istituti professionali saranno introdotti nuovi modelli organizzativi. I risultati di apprendimento previsti a conclusione dei percorsi quinquennali saranno definiti (e ciò accadrà anche per gli istituti tecnici) entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale. Per preparare l’applicazione dei due regolamenti saranno avviate attività di informazione/formazione del personale scolastico e una campagna informativa per studenti e famiglie per l’anno scolastico 2010-2011. Attualmente in Italia studiano negli istituti professionali (pari a 1.425) 545.229 alunni ed esistono 5 settori con 27 indirizzi.