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Unità: Fischi alla Moratti. Scontro in Cgil: sbagliato invitarla

questa giornata per tutti sarà quella dei fischi alla Moratti…«Questo è il motivo del nostro malessere. Abbiamo parlato di lei e non del precariato…».

01/05/2006
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l'Unità

Valentina Petrini

Letizia Moratti arriva al corteo di Milano quando sono le 10.30. È il Primo Maggio. La festa dei lavoratori. Sindacati, pensionati, studenti, immigrati sfilano già da più di un´ora. Percorre 400 metri circondata da 40 guardie del corpo che si fanno strada a spintoni. Partono venti minuti di puro caos. Fotografi, cameraman e giornalisti sono i più bersagliati. Una signora nel caos, cade e le arriva un microfono in testa. Intorno la gente urla indignata: "Vattene, qui non ti vogliamo…", "Fu-o-ri, Fu-o-ri, Fu-o-ri". Diecimila fischietti per ribadire che il diritto a contestare è sacro e non va toccato. Tutto questo dopo i fatti del 25 aprile che hanno diviso la sinistra. Fischiare è lecito oppure no? «Ma su via… Questa è solo una buffonata – risponde la gente mentre cerca di far arrivare il proprio dissenso al ministro – tanto domani voi giornalisti scriverete che l´abbiamo aggredita. Era già stato deciso che dovesse andare così. E invece, noi non l´abbiamo neanche vista».

Una presenza che non piace a Bruno Ferrante, candiato sindaco per l´Unione alle prossime elezioni. «Ritengo che Letizia Moratti fosse consapevole di quello che sarebbe successo - ha detto l'ex prefetto -. Non si può giocare su valori e principi per comodità elettorali». Lei, la Moratti, mantiene il sorriso e, almeno in apparenza, non sembra preoccupata dell´indignazione della gente per la sua presenza. Stringe le mani dei pochi accorsi per darle sostegno. Donne, soprattutto. Anche la Cgil crea un cordone per isolare il ministro dai manifestanti. Qualcuno di loro accenna una polemica: «Su via lasciate correre - dicono rivolgendosi ai più arrabbiati - slogan è fischi sono solo un autogol per noi».
Venti minuti dopo il suo ingresso, all´angolo tra Corso Europa e Largo Toscanini, il ministro si infila in una viuzza dove una macchina l´attende. Perché se ne va? «Era concordato così con i sindacati…». Anche il 25 aprile era stato deciso così? «Si…». Ma non teme di non essere stata capita? I più non l´hanno neanche vista? Dica qualcosa su questo primo maggio…«Non qui è pericoloso, spostiamoci più avanti…».
Intorno, però, nella via dove la macchina l´attende ci sono ormai solo giornalisti, fotografi e la scorta. Anche i sindacati milanesi avranno uno strappo da ricucire. Quello con la base, i lavoratori. Rifareste di nuovo questo invito? «Certo – risponde Onorio Rosati, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano mentre cammina accanto al ministro – abbiamo invitato entrambi i candidati sindaco perché riteniamo che come futuri amministratori di questa città debbano avere un dialogo con i sindacati. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole». Quindi nessun problema per le contestazioni? «No, democraticamente bisogna poter esprimere anche il dissenso».
In piazza il malessere della gente comunque cresce. «Vi sembra giusto che la Federazione Lavoratori della Cultura (Flc/Cgil, ndr) abbia dovuto ritirare il proprio striscione da questa manifestazione? È una vergogna. Non avrebbero dovuta invitarla». Maurizio Marzani è un´insegnante elementare da trent´anni alla scuola Tommaso Fini di Lambrate. «Dove lavoro io grazie alla sua riforma abbiamo perso 310 cattedre. Mi dispiace – dice - ma non mi sento in colpa per questi fischi. La sua presenza non è compatibile con la mia». E le proteste del 25 aprile? «Quelle forse sono state un errore, la Liberazione deve avere un´adesione traversale».
«Ma quale errore, per favore. La signora Moratti fa parte di una coalizione che si è alleata con la destra fascista. Non la vogliamo con noi né oggi, né mai». Patrizia, ha 71 anni. Quando il ministro arriva al corteo, silenziosa, mette in ben in vista uno striscione: "Il 1° maggio è dei lavoratori. Non dei ministri imprenditori".
Partita l´auto con a bordo il candidato sindaco, il primo maggio milanese prosegue il suo cammino fino a piazza Duomo. Ma questa giornata per tutti sarà quella dei fischi alla Moratti…«Questo è il motivo del nostro malessere. Abbiamo parlato di lei e non del precariato…».


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